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Mayors for Peace: a Nagasaki l’assemblea plenaria

9 agosto 2009 Pubblicato da roberto

Riportiamo anche sul sito di IPB-Italia questo articolo, data l’attiva partecipazione che la nostra Associazione ha svolto - tra le altre cose - nello sviluppo della Campagna dei “Mayors for Peace” in Italia. Anche se l’evento qui riportato fa parte di un percorso che continua in sedi istituzionali, è importante ricordare anche il nostro ruolo, ruolo tra l’altro valorizzato nel discorso di Susanna Agostini al board MfP di Nagasaki.

res_1904517654.jpgFin dagli anni Cinquanta l’allora Sindaco di Firenze Giorgio La Pira propose ai referenti dei Comuni di tutto il mondo una visione politica di pace, posando, in particolare, la propria riflessione sulla figura e sul ruolo del sindaco, “uomo-ponte” tra i poteri delle istituzioni locali e i bisogni dei cittadini. L’idea di Sindaco come “ponte” tra cittadino e istituzioni è diventato poi concetto chiave di “Mayors for Peace”, campagna per il disarmo che fu creata nel 1982 dai sindaci di Hiroshima e Nagasaki, con lo scopo di promuovere azioni concrete di riduzione degli armamenti nucleari in tutto il mondo, fino ad arrivare alla realizzazione di un disarmo totale entro il 2020.

Giorgio La Pira è oggi ricordato da Susanna Agostini, delegata a rappresentare il comune di Firenze all’assemblea plenaria dei “Mayors for Peace” che si tiene a Nagasaki in questi giorni. La Pira come “profeta” già nell’aprile dello scorso anno è stato citato a Ginevra dal sindaco di Hiroshima e presidente dell’organizzazione, Akiba Tadatoshi, al secondo incontro del Comitato Preparatorio per la conferenza di Riesame del Trattato di non Proliferazione. Già 54 anni prima, in questa stessa città, La Pira affermò che ”Le città sono unità viventi, e svolgono un ruolo essenziale nella società contemporanea. Gli Stati non hanno il diritto di poterle distruggere. Il diritto delle città all’esistenza, nel loro valore politico, storico, religioso, che deve essere riconosciuto dagli Stati.” Un’idea utopica – specie in quegli anni di “guerra fredda” nel confronto diretto tra USA e URSS, e di accresciuto rischio di olocausto globale – ma che ha avuto e ha tuttora un seguito. E del resto la stessa Storia macina gli eventi secondo strade a noi spesso sconosciute. Il crollo improvviso dell’impero sovietico e la conseguente riorganizzazione degli equilibri di forza mondiali, e adesso lo stesso cambio di potere negli Stati Uniti, di fatto unica potenza imperiale rimasta e con quella sorta di “peccato originale” per esser stato l’unico Stato ad avere impiegato la Bomba in un conflitto bellico, sono manifestazioni epocali che non possiamo sottovalutare.
E se la Storia è costruita anche da tali eventi, conseguenza di forze sociali ed economiche che superano le stesse intenzioni dei governanti, a maggior ragione il potere dei popoli – incanalato anche attraverso la mediazione dei Sindaci come interlocutori ufficiali tra lo Stato e i propri cittadini – possono, chissà, aiutare a realizzare l’utopia.

           “Mayors for Peace” collega tuttora più di 3000 città in 134 nazioni o regioni geografiche. E’ costituito da un board direttivo che comprende il sindaco di Hiroshima come Presidente, e numerosi Vicepresidenti e Executive Officials scelti tra i Sindaci di città maggiormente impegnate nell’azione culturale e di disarmo. E’ nell’assemblea di questi giorni che al gruppo degli Executive Officials viene aggiunto Khder Kareem, sindaco di Halabja, la cittadina del Kurdistan iracheno oggetto nel 1988 dell’attacco di Saddam Hussein con armi chimiche. Un ingresso che non è solo simbolico: diverse sono le città irachene da poco inserite nell’elenco, frutto anche di incontri e avvenimenti conseguenti al viaggio di delegati MfP italiani e rappresentanti dell’International Peace Bureau Italia in quelle terre nel 2006. Un ingresso infine che può concretizzare maggiormente l’impegno verso l’intero insieme delle “armi di distruzione di massa”, nucleari batteriologiche e chimiche, un fronte globale di azione che il pacifismo attuale non può sottovalutare.

Articolo di Roberto Del Bianco, pubblicato su http://www.peacelink.it/pace/a/30040.html

__________

Alcuni link per approfondire:

Sito ufficiale Mayors for Peace: http://www.mayorsforpeace.org/english/index.html
Composizione del board di MfP: http://www.mayorsforpeace.org/english/outlines/members.html
Dal Comune di Firenze il discorso di Susanna Agostini al board: http://press.comune.fi.it/hcm/hcm5353-3_2_1-La+presidente+della+commssione+pace+Agostini+%E8+a+N.html?cm_id_details=45826&id_padre=4473

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Il risultato elettorale del Kurdistan iracheno

2 agosto 2009 Pubblicato da roberto

Si sono svolte le elezioni nella regione del Kurdistan iracheno.Da Susanna Agostini, presidente della commissione Pace del comune di Firenze riceviamo questo comunicato, che è anche un saluto ai governanti iracheni.

“Un risultato che testimonia la volontà di superare la situazione di guerra”. La presidente della commissione Pace Agostini commenta il risultato elettorale del Kurdistan iracheno.

Si sono svolte, nel Kurdistan iracheno, le elezioni presidenziali e parlamentari. Circa 2 milioni e mezzo erano chiamati a votare per il rinnovo dei 111 parlamentari e per scegliere il presidente della Regione autonoma del nord dell’Iraq. Dalle urne è uscita la conferma del radicamento territoriale dei due principali partiti storici dell’area, l’Unione Patriottica del Kurdistan (PuK) di Jalal Talabani e il Partito democratico del Kurdistan (PdK) di Masoud Barzani, nell’occasione riconfermato presidente.
“Salutiamo con soddisfazione questa vittoria delle forze politiche storiche del Kurdistan e dei loro rappresentanti istituzionali – commenta Susanna Agostini presidente della commissione Pace e Relazioni Internazionali -. A loro ci legano le iniziative che in questi anni il Comune di Firenze ha portato avanti, grazie anche al coinvolgimento nel percorso istituzionale di disarmo nucleare Mayors for Peace. Queste elezioni evidenziano una realtà che sta cercando lentamente di mettersi alle spalle gli anni della guerra. La conquistata autonomia politica impone scelte coraggiose, difficili. Offrire prospettive alle nuove generazioni in una terra priva delle necessarie infrastrutture per affrontare le sfide della globalizzazione”. “Siamo attenti osservatori degli eventi politici istituzionali di questo paese – aggiunge Agostini –. Sono nove i sindaci iracheni che, grazie al nostro tramite, hanno aderito all’organizzazione internazionale Mayor for Peace. Le gravi conseguenze subite, oltre le morti, per bombardamenti chimici e batteriologici del 1988 in Kurdistan. Ancora oggi provocano danni alla salute perciò a Nagasaki il 9 di agosto per il 65 anniversario della seconda bomba atomica ci sarà presente anche il Sindaco della città martire di Halabja”.
           Summit di Pianosa “Nel 2006 una missione istituzionale promotrice di solidarietà è partita dalla nostra città verso il Kurdistan Iracheno, su proposta dell’associazione International Peace Bureau–Italia. Protagonisti e copromotori sindaci di altre città martiri italiane, come Marzabotto. Da allora si sono susseguiti incontri bilaterali, per elaborare progetti concreti, azioni condivise di ricostruzione e formazione per differenti risultati di sviluppo sociale culturale e di opportunità di pace in quel paese. Dalla realizzazione di tre ospedali di alta specializzazione, pediatrico, oncologico e pneumatologico, a Sulaymanyia che sono ormai in fase avanzata alla richiesta di un patto di amicizia da parte del rappresentante del consiglio comunale della capitale Erbil. Città che gode, come Firenze, del riconoscimento di Patrimonio dell’umanità da parte dell’UNESCO” conclude la presidente Agostini. (mf)

31.07.2009

Nota: Segnaliamo anche alcuni articoli “di opposizione”. Ma proprio da qui, scopriamo come sia cresciuta, in un certo senso, la democrazia.

Da PeaceReporter: La legge del clan

Da OsservatorioIraq: In Kurdistan, l’opposizione avanza e rompe il monopolio dei due partiti di governo

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Nucleare: tre buone notizie?

26 aprile 2009 Pubblicato da roberto

Grazie alla segnalazione del prof. Angelo Baracca, nostro Socio onorario e membro del Comitato scientifico di IPB-Italia, riportiamo la traduzione in italiano di un comunicato proveniente dall’organizzazione francese “Action des Citoyens pour le Désarmement Nucléaire (ACDN)“. Possiamo dare un po’ di spinta alle nostre flebili speranze di disarmo concreto?

Alla vigilia del 23° anniversario dalla catastrofe nucleare di Chernobyl, apprendiamo tre buone notizie per il futuro del pianeta e la salute dei suoi abitanti. La prima è venuta da Strasburgo: Il Parlamento europeo ha adottato  lo scorso 24 aprile, con una schiacciante maggioranza (271 voti a favore, 38 contro, 29 astensioni) un rapporto dalla sua Commissione per gli affari esteri (detto “Report Beer”), che raccomanda al Consiglio europeo di “adoperarsi per l’eliminazione di tutte le armi nucleari da ora al 2020″ proponendo come strumenti concreti di attuazione il “Modello di Convenzione sulle armi nucleari” e il “Protocollo Hiroshima-Nagasaki” proposto dalla Campagna dei “Mayors for Peace”, entrambi sostenuti dal network globale “Abolition 2000″. La data del 2020, aggiunta con un emendamento al “Report Beer”, precisa nel tempo l’obiettivo fissato dal Presidente Obama nel suo discorso del 5 aprile a Praga.

La seconda buona notizia arriva da Roma, dove, lo stesso 24 aprile, negoziatori russi e americani si sono mostrati, dopo una giornata di discussione, molto ottimisti circa l’esito degli imminenti colloqui Russo-americani che cercano di sostituire, prima della fine di quest’anno, il trattato START con un altro trattato che spinga ulteriormente alla mutua riduzione delle armi nucleari strategiche.

La terza è venuta dal Belgio, dove il Parlamento ha recentemente adottato all’unanimità una legge che vieta la fabbricazione, l’uso, il trasferimento e lo stoccaggio di tutte le armi contenenti uranio impoverito, legge che entrerà in vigore il 21 giugno. Le polveri di uranio derivanti dall’uso di queste armi (notoriamente usate in Iraq, nei Balcani, in Afghanistan e forse di recente a Gaza) sono una fonte di catastrofe sanitaria.

Il Belgio è il primo paese a interdire queste armi. Ci si può aspettare un effetto trainante.

La resistenza da alcune autorità, tuttavia, adombra queste prospettive.

A Parigi, il Presidente della Repubblica mantiene il suo attaccamento all’idea di una forza d’attacco, né dice nulla sulla presenza di armi con uranio impoverito in Francia, e tenta di esportare dappertutto le centrali nucleari “per uso civile”, senza considerazione sugli immensi rischi che ciò comporta, esemplificati da Chernobyl e aggravati dal rischio di proliferazione. A Ginevra, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) resta legata a l’Agenzia internazionale dell’energia atomica (AIEA), da un accordo del 1959 che impone silenzio e menzogne sui rischi radioattivi. Così l’OMS imputa meno di 60 morti per l’incidente di Chernobyl, quando decine di esperti internazionali citati da Greenpeace International nel 2005 ne hanno attribuito quasi 200.000. A Gaza infine, tre mesi dopo il suo impegno in tal senso, l’AIEA non ha ancora inviato nessuno che indagasse sull’eventuale uso di armi radioattive durante l’operazione israeliana denominata “Piombo Fuso”.

Conoscendo che il pianeta è minacciato da più di 25.000 armi nucleari totalmente inutili, da milioni di tonnellate di rifiuti radioattivi, e 438 reattori nucleari che non producono nemmeno il 3% dell’energia totale consumata nel mondo, “è assurdo aspettare una nuova Hiroshima o Chernobyl per avviarsi verso l’unica strada sensata: quella che porta verso l’Europa e un mondo senza armi o centrali elettriche nucleari”.

N.B. L’ACDN invita gli elettori europei a votare solo per i candidati che s’impegneranno in tal senso.

Action des Citoyens pour le Désarmement Nucléaire (ACDN)

31, Rue du Cormier – 17100 - SAINTES

Tel : 06 73 50 76 61

http://www.acdn.net/

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Armi nucleari. Fatti certi e miti da sfatare.

21 marzo 2009 Pubblicato da roberto

Dieci fatti certi sulle armi nucleari

  1. Ci sono ancora 26000 testate nucleari nel mondo, abbastanza da distruggere la civiltà più volte e distruggere la maggior parte della vita sulla terra. Le armi nucleari rendono l’umanità una specie a rischio.
  2. Più del 95% di tutte le armi nucleari sono negli arsenali negli USA e in Russia.
  3. L’arma nucleare media negli arsenali USA è approssimativamente 8 volte più potente della bomba nucleare che distrusse Hiroshima, uccidendo subito circa 90000 persone.
  4. Attualmente ci sono nove paesi che hanno armi nucleari (US, Russia, UK, Francia, Cina, Israele, India, Pakistan e Corea del Nord).
  5. Nel 1970 il trattato di Non Proliferazione, ratificato da quasi tutti i paesi del mondo, richiede agli stati nucleari di intraprendere negoziati di disarmo nucleare in buona fede.
  6. Gli Stati Uniti si sono ritirati unilateralmente dal Trattato Anti Missili Balistici nel 2002 per perseguire il riarmo con missili per la difesa e lo spazio. Il ritiro degli US dal trattato ha fatto sì che sia la Russia sia la Cina incrementassero le loro capacità nucleari.
  7. Ci sono fino a 2000000 chilogrammi di uranio altamente arricchito (HEU) in depositi globali, e per un’arma nucleare ne servono solo 15-24 chilogrammi. Ci sono 28 paesi che hanno abbastanza HEU per una bomba e 12 paesi che ne hanno per almeno 20 bombe.
  8. Il plutonio creato nei reattori nucleari è un altra fonte di materiale per le bombe. Servono solo 5 chilogrammi di plutonio per creare un’arma nucleare. Ci sono ora circa 500000 chilogrammi di plutonio separato in depositi globali. I depositi di plutonio continuano ad aumentare per via del ritrattamento dei combustibili “esauriti” civili.
  9. La Revisione della Posizione Nucleare del 2001 si occupa di sviluppare piani contingenti per l’uso di armi nucleari contro sette paesi: Iraq, Iran, Siria, Libia, Corea del Nord, Russia e Cina.
  10. Il Trattato sulle Riduzioni dell’Offensiva Strategica (SORT) fra US e Russia chiede ai due paesi di ridurre le loro testate strategiche utilizzate fra 1700 e 2200 entro il 31 dicembre 2012. In tale data il trattato termina e ognuna delle due parti può riutilizzare tutte le testate nucleari che vuole. Molte delle testate nucleari disattivate non sono state smantellate, ma messe in magazzino, dove potrebbero essere rubate da criminali o gruppi terroristici.

Dieci “miti” da sfatare riguardo le armi nucleari

  1. Le armi nucleari si sono rese necessarie per sconfiggere il Giappone nella Seconda Guerra Mondiale. Questa non è l’opinione di molte figure militari che hanno guidato gli USA durante la guerra. Il Generale Dwight Eisenhower, Comandante Supremo degli Alleati in Europa durante la Seconda Guerra Mondiale poi presidente USA scrisse, “Pensavo che il nostro paese dovesse evitare di scioccare l’opinione pubblica mondiale usando un’arma il cui impiego, pensavo, non era più imperativo come misura per salvare vite Americane. Credevo che il Giappone, in quel preciso momento, cercasse un modo per arrendersi con la minima perdita di immagine…”
  2. Le armi nucleari hanno evitato una Guerra fra gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica. Ci sono stati molti conflitti mortali e guerre “delega” portate avanti dalle superpotenze in Asia, Africa e America Latina. La guerra del Vietnam, che è costata molti milioni di vite, ne è un esempio eminente. Queste guerre hanno reso la supposta pace nucleare sanguinaria e mortale.
  3. Le minacce nucleari sono scomparse dopo la fine della Guerra Fredda. Nel periodo successivo alla Guerra Fredda, una serie di nuove minacce nucleari è emersa. Fra queste i seguenti pericoli:
    Più possibilità che le armi nucleari cadano nelle mani di terroristi intenzionati ad usarle;
    Politiche dei governi US per rendere le armi nucleari più piccole e più utilizzabili; Uso di armi nucleari per errore in particolare a causa delle decadenti infrastrutture Russe; e
    Diffusione di armi nucleari in altri stati che potrebbero considerarle un “equalizzatore” contro uno stato più potente.
  4. Gli Stati Uniti hanno bisogno di armi nucleari per la propria sicurezza nazionale. La sicurezza nazionale USA sarebbe molto migliore se gli Usa avessero un ruolo guida nell’eliminazione delle armi nucleari nel mondo. Le armi nucleari sono le uniche armi che potrebbero veramente distruggere gli Stati Uniti, e la loro esistenza e proliferazione minacciano la sicurezza USA.
  5. Le armi nucleari rendono le nazioni più sicure. Minacciando la rappresaglia di massa, la tesi è che le armi nucleari prevengano un aggressore dall’iniziare una guerra. Ci sono molti modi, però, in cui il deterrente può fallire, comprese le incomprensioni, una errata comunicazione, leader irrazionali, errori di calcolo e incidenti.
  6. Nessun leader è così pazzo da usare veramente le armi nucleari. I leader USA, considerati da alcuni altamente razionali, hanno usato le armi nucleari in guerra, contro Hiroshima e Nagasaki. Minacce di attacchi nucleari dall’India e dal Pakistan sono un esempio di limite che potrebbe portare alla guerra nucleare. Globalmente e storicamente, i leader hanno fatto del loro meglio per dimostrare che userebbero le armi nucleari.
  7. Le armi nucleari sono un metodo di difesa con costi efficienti. Il costo della ricerca, sviluppo e mantenimento delle armi nucleari USA ha superato i 7,5 miliardi di dollari.
  8. Le armi nucleari sono ben protette e ci sono poche possibilità che un terrorista possa metterci le mani sopra. Nel periodo successivo alla guerra fredda, la capacità dei russi di proteggere le forze nucleari è diminuita drasticamente. Per di più, un colpo di stato in un paese con armi nucleari, come il Pakistan, potrebbe portare a un governo che vuole fornire armi nucleari ai terroristi.
  9. Gli Stati Uniti stanno lavorando per adempiere ai propri obblighi di disarmo. Per 4 decenni gli Stati Uniti si sono rivelati inadempienti ai loro obblighi secondo l’articolo VI del Trattato di Non Proliferazione Nucleare, che prevedeva negoziati in buona fede per raggiungere il disarmo nucleare. Gli Stati Uniti non hanno ratificato il Trattato di Interdizione dei Test e si sono ritirati dal Trattato Anti Missici Balistici.
  10. Le armi nucleari sono necessarie per lottare contro la minaccia del terrorismo e degli “stati rossi”. La minaccia della forza nucleare non può agire come deterrente contro i terroristi perché questi non hanno un territorio su cui rivalersi. Se i leader di uno stato rosso non usano il calcolo razionale riguardo alle proprie perdite in caso di rivalsa, il deterrente fallirebbe.

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Mayors for Peace (anno 2005)

21 marzo 2009 Pubblicato da roberto

“Mayors for Peace”: che cos’è?

“Mayors for Peace” è il nome di una campagna di sensibilizzazione mondiale, ideata nel 1982 dai Sindaci di Hiroshima e Nagasaki, per coinvolgere il maggior numero possibile di sindaci delle varie città del mondo, affinché promuovano nel loro territorio iniziative culturali, educative e di pressione politica nel raggiungimento del completo disarmo nucleare.

Quante città sono attualmente coinvolte?

E’ difficile dare un numero preciso poiché le adesioni continuano via via.
Un utile punto di partenza è nel sito Web del Comune di Hiroshima dove sono ospitate le pagine riguardanti la Campagna - dove ad Agosto 2005 si segnalano 1036 città in 112 Nazioni - e che si raggiungono all’indirizzo:
http://www.pcf.city.hiroshima.jp/mayors/english

Quante città italiane hanno aderito alla Campagna?

Attualmente (settembre 2005) sono una sessantina i Comuni italiani che hanno aderito alla Campagna “Mayors for Peace”, anche grazie all’opera di coordinamento e promozione di IPB-Italia.
Rimandiamo al link qui sotto l’elenco ufficiale (necessariamente incompleto a causa delle nuove adesioni):
http://www.pcf.city.hiroshima.jp/mayors/english/membercity/europe1.html

Quali sono le iniziative di IPB-Italia?

Oltre all’opera di promozione nel territorio, IPB-Italia sta avviando una serie di iniziative. E’ stata realizzata una mostra fotografica itinerante per illustrare le conseguenze della “Bomba” nelle città giapponesi e i rischi che l’umanità corre ancora oggi a causa del riarmo nucleare e del clima di “guerra preventiva” che, tra l’altro, rimette in discussione l’intrinseca impossibilità “etica” di utilizzo dell’armamento nucleare.
La mostra fotografica si avvarrà anche di risorse educative multimediali e può essere “prenotata” nei Comuni che hanno aderito alla Campagna.

Altre iniziative verranno illustrate via via.

Quali sono i rischi attuali nel mondo a causa delle armi atomiche?

res_1904517654.jpgAi tempi della “Guerra Fredda” l’equilibrio atomico tra le due superpotenze garantiva perlomeno una relativa tranquillità nella consapevolezza che una guerra atomica avrebbe significato la fine dell’umanità.

Adesso i rischi sono ancora maggiori e gli stessi Stati Uniti non escludono più l’uso delle armi nucleari negli scenari dell’attuale Enduring Freedom. Si è poi assistito nei mesi scorsi al fallimento della ratifica del “trattato di non proliferazione nucleare” (NPT) mentre vengono studiate nuove armi nucleari a bassa potenza che sfuggono agli stessi vincoli di non usabilità dettati dai trattati e dalle normative internazionali.
E’ quindi più che mai necessario, da parte delle istituzioni e dalla stessa “società civile”, un sempre maggiore sforzo per dire “NO al nucleare!” con iniziative a tutti i livelli. La sorte dell’umanità è in bilico tra una necessaria convivenza pacifica e la sua completa autodistruzione.

Qualche link utile da esplorare…

“Mayors for Peace” - Scheda tecnica

mayors_for_peace-logo2_small.jpgNome ufficiale: Mayors for Peace

Scopi: conseguimento della pace, con attenzione centrale al disarmo nucleare e all’abolizione delle armi nucleari

Presidente: Tadatoshi Akiba, Sindaco di Hiroshima

Fondazione: June 24, 1982

Sede: 1-2 Nakajima-cho, Naka-ku, Hiroshima

Membri: Al 26 maggio 2005 la Conferenza di Mayors for Peace risulta composta da 1.036 città in 112 Nazioni e Regioni del mondo.

Gli 11 Primi Cittadini delle città che compongono il Consiglio direttivo sono:

Presidente Sindaco di Hiroshima (Giappone)
Vice Presidente Sindaco di Nagasaki (Giappone)
Vice Presidente Sindaco di Hannover (Germania)
Vice Presidente Sindaco di Malakoff (Francia)
Vice Presidente Sindaco di Manchester (U.K.)
Vice Presidente Sindaco di Muntinlupa (Filippine)
Vice Presidente Sindaco di Volgograd (Russia)
Vice Presidente Sindaco di Christchurch (Nuova Zelanda)
Vice Presidente Sindaco di Firenze (Italia)
Vice Presidente Sindaco di Laakdal (Belgio)

Contatto: Yasuyuki YAKUSHIJI, Direttore di Divisione di Mayors for Peace
TEL: 81-82-242-7821 FAX: 81-82-242-7452 mayorcon@pcf.city.hiroshima.jp

Nuovi Membri: la Conferenza è aperta a tutte le città del mondo che aderiscano al programma che promuove la collaborazione delle città per l’abolizione totale delle armi atomiche. Non sono previste quote associative o impegni economici nei confronti dell’associazione.

“Mayors for Peace” - Scopi e programmi operativi

“Mayors for Peace” si incarica di facilitare la collaborazione e il coordinamento fra le città che sostengono il progetto di un’abolizione totale delle armi nucleari. Il suo compito principale è il lavoro, in sede internazionale, atto a costruire una precisa consapevolezza riguardo il pericolo degli armamenti nucleari in vista di un disarmo generalizzato.

“Mayors for Peace” è anche formalmente impegnata nel perseguire una duratura pace mondiale con un’opera di denuncia e di intervento in caso di carestie, povertà, accoglienza di rifugiati, abusi nei Diritti umani, crimini ecologici e in ogni altro caso che metta in crisi la pacifica coesistenza tra i popoli.

Il seguente piano di azione prioritario è stato adottato durante la Quinta Conferenza Generale sulla base delle più importanti attività istituzionali:

- sviluppo nel mondo, attraverso le attività delle città aderenti, di percorsi della memoria sulla tragedia di Hiroshima e Nagasaki;
- ricerca, per le città aderenti, delle migliori condizioni di utilizzo delle opinioni della Corte Internazionale di Giustizia;
- attenzione a un sempre più consapevole rapporto tra i fanciulli e i media elettronici;
- progetti concreti per proteggere i fanciulli dalle situazioni di conflitto;
- costruzione di reti di pace attraverso internet.

Notizie biografiche di Tadatoshi Akiba

akiba.jpgTadatoshi Akiba, attuale Sindaco della città di Hiroshima (Giappone) e Presidente del movimento internazionale “Mayors for Peace”, Sindaci per la Pace, è nato il 3 novembre 1942.
Ha studiato presso la Facoltà di Matematica dell’Università di Tokio (B.S. nel 1966, M.S. nel 1968) Ha continuato gli studi con John Milnor presso il Massachusetts Institute of Technology ottenendo la specializzazione in scienze matematiche nel 1970.
Ha insegnato in diverse Università: ricercatore alla Stony Brook State University di New York (1970), Assistente, poi Professore Associato, alla Tufts University di Medford MA, (1972-1976) e Professore del Dipartimento di scienze umane presso la Shudo University di Hiroshima (1986–1997). Specializzazione di ricerca in topologia con un particolare interesse verso i gruppi omotipi.
Membro del partito democratico è stato eletto Deputato al Parlamento giapponese nel 1990 dove è stato presente fino al 1999. Nel febbraio 1999 ha assunto la carica di Sindaco di Hiroshima ed è stato rieletto allo stesso ufficio nel 2003.
Nella sua qualità di Sindaco ha ottenuto una grande visibilità come attivista di Pace. E’ Presidente della Conferenza mondiale della organizzazione Mayors for Peace ed è uno dei maggiori propugnatori dell’abolizione delle armi nucleari, elevando una voce critica alla politica statunitense di George W. Bush.

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