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Peace is in our hands - Intervento di Michele Di Paolantonio - IPPNW

30 novembre 2009 Pubblicato da roberto

Mazzarino (CL), 27 novembre 2009
Conferenza Internazionale “Peace is in our hands”

HELSINKI 1984 ED IL CONCETTO DI GUERRA NUCLEARE NON INTENZIONALE NELLA STORIA DEL DISARMO NUCLEARE IN EUROPA

dott. Michele Di Paolantonio, Presidente di IPPNW Italy,
Organizzazione Premio Nobel per la Pace 1985
(michele.dipaolantonio@katamail.com)

Signori Sindaci per la Pace Iraniani, Iracheni e  Italiani, Autorità, Signore e Signori,
ho pensato di trattare l’argomento che segue nel tentativo di dare il contributo più proficuo ed utile possibile ai lavori di questa Conferenza Internazionale.
Siamo nel cuore del Mediterraneo, e nell’agenda del mondo è centrale il problema del nucleare iraniano. Voglio pertanto provare a dare lo stesso tipo di conoscenza che venticinque anni fa diedi ad Helsinki, ad un percorso di pace e disarmo nucleare che si sviluppò rapidamente qualche mese dopo, subito dopo che USA ed URSS, con l’incontro del 7 novembre 1985 di Reagan e Gorbaciov a Ginevra, si misero d’accordo, unicamente e rapidamente, su un unico punto: l’esistenza del concetto di Guerra Nucleare Non Intenzionale, cioé per errore tecnico o umano.
Dopo aver fondato la Sezione Italiana dell’Internazionale Medici per la Prevenzione della Guerra Nucleare (IPPNW), l’organizzazione costituita da tre eminenti medici sovietici e tre eminenti medici americani nel tentativo estremo di far dialogare USA ed URSS nel pieno dell’accelerazione della corsa alle armi nucleari e della guerra fredda, fui mandato a Londra, al più importante Centro di Strategia del mondo occidentale dalla mia università, l’Università degli Studi di Bologna, per sviluppare una tesi di specializzazione in Medicina Preventiva avente per oggetto il rischio nucleare militare che si era addensato sulla mia nazione e sul mio popolo a causa del dispiegamento, anche in Italia, e precisamente proprio qui, in Sicilia, a Comiso, degli euromissili nucleari americani Cruise, in risposta al dispiegamento verso l’Europa Occidentale degli euromissili nucleari sovietici SS20. Obiettivo di quella tesi era individuare il tipo di risposta piu efficace possibile per scongiurare quel rischio.
Appresi a Londra che la NATO, con sofisticatissimi strumenti di Elint, Electronic Intelligence, cioe di spionaggio elettronico, aveva appurato che aerei Mig sovietici, partendo da basi aeree libiche, e volando nello spazio aereo internazionale sul Canale di Sicilia, fotografavano palmo a palmo la Sicilia, per individuare selettivamente i gruppi Tel, Trasportatori Erettori Lanciatori, cioé i giganteschi camion militari americani dotati di rampe di lancio mobili per quattro missili nucleari Cruise ciascuno. A Comiso, infatti, giunsero, a partire dal 1983, 112 missili Cruise, dispiegati su 28 giganteschi Tel. Il tentativo sovietico consisteva nell’individuare con precisione ciascun camion per farlo poi colpire selettivamente da testate nucleari montate sui missili SS20, ma tale tentativo, appresi nel mio viaggio a Londra, fu vano, perché il tempo tecnico necessario per l’utilizzo dell’informazione, cioé il tempo intercorrente tra il momento dello scatto della foto aerea e l’arrivo del missile su quel punto, era di sei ore, per cui in sei ore il camion fotografato in quel luogo avrebbe potuto spostarsi in qualunque altra parte dell’isola. Mi spiegarono dunque a Londra che il tipo di attacco atteso sulla Sicilia in caso di scenario di guerra nucleare era determinato da quella che mi definirono (non lo dimenticherò mai più nella mia vita) “capacity of disabiliting” cioe la “capacita di disabilitazione” del sistema nucleare Cruise: un attacco nucleare a tappeto contro l’isola, con un numero di testate nucleari compreso tra 80 e 200, a seconda che fossero impiegate bombe termonucleari da un megatone o da 150 chilotoni, cioe bombe di diversa potenza. Debbo purtroppo ricordare che le più piccole, da 150 chilotoni, equivalevano ciascuna a circa dieci, e le più grandi, da un megatone, equivalevano ciascuna a circa ottanta bombe di Hiroshima. Solo in questo modo i sovietici, lanciando un terzo dei propri vettori SS20 sulla Sicilia, avrebbero annientato i 112 missili Cruise qui dislocati.
Ebbene, quando, nel giugno 1984, ad Helsinki, presentai la mia tesi e le sue conclusioni nel workshop sulle strategie di prevenzione della guerra nucleare, al IV Congresso Mondiale dell’IPPNW, accadde una cosa straordinaria: tutta la discussione si sviluppò sulla mia tesi. Oltre a queste informazioni, tutti i partecipanti furono colpiti da qualcos’altro, molto più preoccupante, che avevo trovato e che illustrai: il concetto di Guerra Nucleare Non Intenzionale.
Ero riuscito infatti a sapere che il 4 giugno 1980 la guerra nucleare era iniziata e finita in 15 minuti senza il lancio dei missili, quando al Comando Generale della Difesa degli Stati Uniti, il NORAD, il computer principale aveva dato in arrivo un attacco balistico intercontinentale dall’Unione Sovietica. Gli uomini del NORAD ebbero bisogno di quindici minuti per scoprire l’errore. Se quello stesso errore fosse avvenuto in Europa, dove un euromissile sovietico SS2O o americano Pershing II impiegavano anche solo dodici minuti dal lancio per colpire un obiettivo la guerra nucleare sarebbe iniziata anche per un errore. Tra coloro che mi ascoltavano c’era anche un grande uomo: Pavel Palachenko, cioé colui che nei mesi seguenti fu scelto da Reagan e Gorbaciov come loro interprete unico nei loro colloqui che li portò in due anni ad accordarsi per smantellare i missili nucleari a raggio intermedio dall’Europa. Dopo Helsinki ed il nostro workshop, e dopo la comune accettazione del concetto di Guerra Nucleare Non Intenzionale nel protocollo tecnico di intesa del Summit Reagan-Gorbaciov, interpretato da Pavel, del 7 novembre 1985 a Ginevra, fu proprio il sottoscritto a dare il 12 dicembre 1985, ad Oslo, all’ambasciatore italiano in Norvegia, in occasione della mia partecipazione alla cerimonia di conferimento del Premio Nobel per la Pace 1985, notizia su tale protocollo. Rividi poi Pavel a Mosca, a fine maggio 1987, in occasione del Congresso Mondiale dell’IPPNW, due giorni prima che Reagan e Gorbaciov firmassero il Trattato INF sulle Armi Nucleari Intermedie, che smantellò anche i Cruise dalla Sicilia, e ci salutammo calorosamente. Ma il piacere e l’orgoglio più grandi li ho provati a Roma, al IV Summit Mondiale dei Premi Nobel per la Pace, nel novembre 2003, quando, incontrato di nuovo Pavel, al fianco di Gorbaciov, di cui è oggi Consigliere Speciale, dopo oltre quindici anni da allora, ho potuto constatare e verificare con gioia che ricordava benissimo il lavoro fatto ad Helsinki insieme nel giugno 1984, prima del Nobel per la Pace alla mia organizzazione, e prima dello smantellamento dei missili nucleari a raggio intermedio dall’Europa.
Vi ho raccontato, carissimi amici, questa esperienza personale, nella speranza che possa esservi utile a far compiere alle vostre città, ai vostri cittadini, al vostro governo, alla vostra nazione, quelle stesse scelte sagge e lungimiranti che si fecero nel 1987 in Europa smantellando gli euromissili. Oggi non è possibile il perseguimento di nuovi arsenali nucleari, anche se è un diritto di ogni nazione cercare di sviluppare energia dal nucleare civile. Di fronte all’allarme che esiste nel mondo contro nuove proliferazioni nucleari l’orgoglio nazionale di un governo o di un popolo debbono cedere il passo alla saggezza ed alla prudenza di un buon padre di famiglia, quale ciascun Sindaco, in tutto il mondo, dovrebbe essere.

Buon lavoro, carissimi Sindaci per la Pace Iraniani, con l’augurio che possiate raccontare il vostro successo, per il vostro Paese e per il mondo, nella difesa della pace, della non proliferazione nucleare, e della soluzione della crisi internazionale in atto sul nucleare dell’Iran al prossimo Congresso Mondiale dell’Internazionale Medici per la Prevenzione della Guerra Nucleare, che terremo in Svizzera, a Basilea, nell’agosto prossimo. “Peace is in our hands”, la Pace è nelle nostre mani.

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Peace is in our hands - Intervento dei Sindaci di Pineto, Silvi e di IPPNW

30 novembre 2009 Pubblicato da roberto

Mazzarino (CL), 27 novembre 2009
Intervento al Convegno Internazionale “Peace is in our hands”

Signor Sindaco di Kermanshah, Signor Sindaco di Mazzarino, Colleghi Sindaci per la Pace, Cittadini,

Alla Conferenza “Le città non sono obiettivi” tenuta a Firenze, nel novembre 2007, nello storico Salone dei Cinquecento, i Sindaci per la Pace, guidati dal Sindaco di Hiroshima Akiba Tadatoshi, fecero appello alla comunità internazionale affinché le città non siano mai più considerate obiettivi di armi di distruzione di massa. Raccogliendo la proposta della Sezione Italiana dell’Internazionale Medici per la Prevenzione della Guerra Nucleare (IPPNW), organizzazione Premio Nobel per la Pace 1985, abbiamo partecipato alle Nazioni Unite, come membri della delegazione ufficiale di Mayors for Peace, ai lavori di preparazione della Conferenza di Revisione del Trattato di Non Proliferazione Nucleare. In quella occasione abbiamo proposto di istituire, nell’ambito di Iniziative di Buona Volontà volute dal Sindaco di Hiroshima, il Mediterraneo come Mare Libero dalle Armi Nucleari.

La decisione italiana e statunitense di chiudere la base nucleare sottomarina dell’Isola della Maddalena, rappresenta un’ottima occasione per parlare del Mediterraneo come Mare Libero da Armi Nucleari, come primo concreto gradino da salire nell’ambito del Decennio del Disarmo dichiarato dall’ONU per gli anni dal 2010 al 2020, e della “2020 Vision” di Mayors for Peace.
Il Mar Mediterraneo, culla di civiltà antichissime, può e deve, anche in ragione della storia dell’umanità, essere la prima zona del pianeta a venir liberata dalle armi nucleari, sotto la guida delle città martiri di Hiroshima e Nagasaki e del movimento mondiale di Sindaci per la Pace, da esse voluto, costruito, sviluppato e diretto, e che rappresenta oggi il punto più alto della Diplomazia dei Cittadini, che deve affiancare la Diplomazia delle Nazioni per costruire prospettive di Pace e Disarmo, ed insieme di Dialogo e Sviluppo tra le civiltà, oltre che di Difesa del Pianeta e della sua Natura.
In particolare, proponiamo che i porti, la superficie, le acque ed i fondali del Mar Mediterraneo siano vietati a navi e sottomarini armati con armi nucleari e siano rimossi, dove collocati, e vietati per il futuro, ordigni nucleari dalle superfici sottomarine e dai fondali marini.

Siamo convinti che un accordo per la creazione del Mediterraneo Mare Libero dalle Armi Nucleari rappresenti il progetto più rapidamente realizzabile, su cui fondare la creazione di altre Zone Libere da Armi Nucleari sia in Europa che in Medio ed Estremo Oriente.

Avremmo voluto tenere in Italia, nella nostra Regione, l’Abruzzo, nel nostro territorio Adriatico, in occasione dei Giochi del Mediterraneo del giugno-luglio scorsi, il Meeting Mediterraneo di Mayors for Peace, e lanciare ufficialmente in quella sede la proposta per la creazione del Mediterraneo Mare Libero dalle Armi Nucleari, ma il terremoto dell’Aquila ce l’ha impedito. Le nostre municipalità, di Pineto e di Silvi, sono confinanti.

I nostri cittadini esprimono maggioranze politiche diverse, ed hanno opinioni differenti sui programmi politici, ma i loro due sindaci si sono trovati d’accordo a fare del loro meglio, nell’ambito delle “Good Faith Initiatives”, per garantire, aldilà delle loro diverse opinioni politiche, nella “2020 Vision” di Mayors for Peace, la prima condizione per il futuro e per la salute dei nostri cittadini: pace e disarmo nucleare, generale, reciproco e controllato.
Siamo dunque qui oggi, accogliendo il graditissimo e tempestivo invito rivoltoci dal vostro Sindaco, non solo per lanciare dal cuore del Mediterraneo la proposta per la creazione di una Zona Libera dalle Armi Nucleari, ma anche nella speranza di impegnare il collega Sindaco di Kermanshah ed i colleghi Sindaci per la Pace iraniani a lavorare nel loro Paese affinché non solo sia evitata nella regione una ulteriore, pericolosissima corsa all’assemblaggio di nuove armi nucleari, ma al contrario parta proprio dal suo Paese la richiesta di liberare tutto il Medio Oriente, oltre che il Mediterraneo, dalle Armi Nucleari e da ogni altra arma di distruzione di massa.
Sulla opportunità di impiegare l’energia nucleare a scopo civile, per la produzione di energia elettrica, il dibattito è aperto nel mondo ed anche nel nostro Paese, e a nessun Paese deve essere negata la possibilità di autodeterminarsi in questo senso, tuttavia, anche nell’ambito della nuova consapevolezza mondiale cosi bene dimostrata dalla cosiddetta 2020 Vision del Sindaco di Hiroshima e dei 3147 Sindaci per la Pace di tutto il pianeta, cioé l’obiettivo di liberare entro il 2020 il mondo da tutte le armi nucleari, è urgentissimo e fondamentale rimuovere ogni sospetto, ogni confusione, ogni zona d’ombra, nell’ambito del legittimo perseguimento di una nazione e di un popolo della ricerca e dello sviluppo della tecnologia nucleare a fini pacifici, tra impiego civile ed impiego militare di tale tecnologia nazionale.
E’ gia tragicamente accaduto, come ha recentemente e tristemente ricordato in una intervista esclusiva proprio ad un giornale italiano lo stesso Direttore Generale dell’Agenzia per l’Energia Atomica delle Nazioni Unite, il Premio Nobel per la Pace 2005 e diplomatico egiziano Mohamed el Baradei, che in nome della prevenzione dello sviluppo di armi nucleari da parte di uno Stato, anche attraverso documenti falsi, si è promossa una guerra contro una nazione e contro un popolo. E’ per questo che va sgombrato il campo subito da ogni possibile sospetto circa il possibile impiego militare dell’uranio in corso di arricchimento in Iran.
In particolare, El Baradei ha tra l’altro affermato: “Abbiamo fatto molti progressi sul controllo del programma di arricchimento in Iran. Stiamo procedendo a nuove verifiche per evitare che abbia fini militari. Naturalmente bisogna fare di più, insistere, arrivare a certezze assolute. Diverse intelligence straniere ci hanno fornito documenti su cosa accade in Iran. Si tratta di piani di studio sugli armamenti nucleari; ma dimostrano che tali studi non sono stati sviluppati. Le conclusioni, però, sono differenti. I servizi segreti statunitensi ritengono che l’Iran stia continuando la corsa alla bomba nucleare. Dopo un lavoro accurato di screening l’Agenzia sospetta invece che parte dei documenti sia falsa”.

Proprio per evitare i rischi che tutto questo comporta per il mantenimento della pace, ed anche alla luce dell’imminente avvicendamento di El Baradei con un diplomatico giapponese alla guida dell’Agenzia Atomica delle Nazioni Unite, il Sindaco di Pineto, il Sindaco di Silvi, ed il rappresentante italiano dell’IPPNW, Premio Nobel per la Pace 1985, dal cuore della Sicilia e del Mediterraneo, confortati dall’ospitalità dei Sindaci di questa terra, ci permettiamo di rivolgere al Sindaco di Kermanshah e ai Sindaci per la Pace Iraniani l’invito ad adoperarsi presso il proprio governo al fine dell’accoglimento della richiesta, rivoltagli dall’Agenzia per l’Energia Atomica, di accettare che, per sgomberare il campo da ogni possibile giustificazione di azioni ostili verso la Sua Nazione ed il Suo Popolo, accolga la richiesta internazionale di accettare la condizione di inviare all’estero, a potenze nucleari terze amiche, l’uranio destinato all’arricchimento per la produzione di energia nucleare a scopi civili e pacifici.
Ci permettiamo inoltre di suggerire al Sindaco di Kermanshah ed ai Colleghi Sindaci per la Pace Iraniani di farsi affiancare a questo scopo dall’intera organizzazione dei Sindaci per la Pace, nella persona del nostro Presidente Mondiale, il Sindaco di Hiroshima Tadatoshi Akiba, e chiedergli pertanto di persona questo tipo di aiuto alle Loro Persone, alle Loro citta, ed al Loro Popolo.

Grazie per l’attenzione

Luciano Monticelli, Sindaco di Pineto (Italy)
Gaetano Vallescura, Sindaco di Silvi (Italy)
Michele Di Paolantonio, IPPNW Italy, Organizzazione Premio Nobel per la Pace 1985

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Peace is in our hands

30 novembre 2009 Pubblicato da roberto

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Ecco una bella notizia. A Mazzarino, città già da tempo inserita nel circuito internazionale dei “Mayors for Peace” e quindi impegnata, assieme a tante altre, nella promozione di progetti culturali di pace, s’è tenuta, nei giorni 26 e 27 novembre scorsi, un’importante conferenza. E arricchita dalla presenza di rappresentanti istituzionali provenienti anche da regioni mediorientali di solito pensate, dai media e dall’opinione comune, terreni esplosivi di destabilizzazione mondiale.

Riportiamo qui sotto il testo dell’introduzione al programma della conferenza; a breve arriveranno aggiornamenti dalla stampa.

Sessantaquattro anni dopo lo scoppio della prima bomba atomica sulla città di Hiroshima gli arsenali nucleari continuano a minacciare il globo terrestre.
Abbiamo la possibilità di scegliere tra accettare che le nazioni investano in armamenti nucleari e chimici le risorse che non destinano alla sopravvivenza delle popolazioni più deboli , o invece cercare di indirizzare i governanti verso la completa abolizione dei suddetti armamenti.
Un segno di inversione di marcia internazionale si è vista nel 2009, con l’assegnazione del Premio Nobel per la Pace al Presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama, per il suo impegno verso una riduzione e abolizione degli armamenti.
Partendo da questa considerazione Peace is in our hands, nell’antica cittadina di Mazzarino, ha istituito una tavola rotonda in cui i Sindaci - espressione primaria ed immediata della Società Civile - si confronteranno su questa tematica attuale e di rilevanza internazionale: l’abolizione delle armi di distruzione di massa.
L’International Peace Bureau, Premio Nobel per la Pace nel 1910, modererà l’intervento delle delegazioni provenienti da diversi Paesi del continente.
Sono state confermate le presenze fondamentali di altre associazioni ed organizzazioni come “Mayors for Peace”, “I bambini del mondo” Onlus, il premio Nobel per la Pace nel 1985 IPPNW (International Physicians for the Prevention of Nuclear War).
Inoltre, sono previsti importanti incontri con le maestranze locali, ConfCommercio, ConfIndustria e ConfArtigianato: da “Peace is in our hands” possono nascere sinergie e futuri rapporti di collaborazioni tra le diverse comunità intervenute, sempre nell’ottica di favorire, con interventi mirati, le condizioni di pacificazioni che scaturiscono dal ristabilimento delle condizioni di intimo e personale benessere delle popolazioni.

Sì; la pace è - o potrebbe essere - nelle nostre mani. Con l’impegno e la volontà concreta di lavorarci, tutti assieme.

Per approfondire:

In English:

Dal sito del Comune di Mazzarino (link e comunicati stampa):

Rassegna stampa online:

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Pericolosità dell’uranio impoverito

4 dicembre 2007 Pubblicato da roberto

Riceviamo da Michele Dipaolantonio, presidente della sezione italiana di IPPNW (l’organizzazione internazionale dei medici contro le armi nucleari), queste considerazioni utili per approfondire gli effetti dannosi dell’uranio impoverito.

Il cosiddetto uranio impoverito emette radiazioni alfa, che hanno scarso
impatto biologico in condizioni di normale stoccaggio delle bombe, non
riuscendo a penetrare neanche la cute (i capillari sanguigni che
veicolano cellule ematiche, tra le più vulnerabili alle radiazioni sono
infatti nel sottocute). Ben altro impatto biologico hanno invece  le
radiazioni alfa se finiscono nei polmoni. Evenienza, questa, che si ha
quando la bomba all'uranio impoverito esplode, polverizzando l'uranio
stesso in una nube di pulviscolo color nero pece, costituito di
particelle radioattive di grandezza infinitesimale ed emettitrici di
radiazioni alfa, che, se inalate con gli atti del respiro, finiscono
negli alveoli polmonari dove lo spessore della parete alveolare, che
separa il lume dell'alveolo contenente l'aria inalata contaminata dal
pulviscolo radioattivo dal sangue circolante nei capillari alveolari è
talmente sottile da essere attraversato dalla radiazione alfa emessa
dall'uranio impoverito polverizzato (a differenza di quanto accade sulla
cute, il cui spessore è sufficiente a bloccare gli effetti della
radiazione alfa sul sangue circolante nello stratosottocutaneo).
E' attraverso l'alveolo polmonare che l'uranio impoverito esploso genera
gli effetti peggiori sulla salute, penetrando nel circolo sanguigno ed
essendone veicolato nell'organismo.

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“Uranio impoverito, i conti non tornano”

29 novembre 2007 Pubblicato da roberto

E’ il titolo dell’ultima inchiesta che Flaviano Masella e Maurizio Torrealta hanno realizzato per RAINEWS24.

Quanti sono i soldati che si sono ammalati in patria e nel corso di una missione all’estero?
In una lettera inviata alla Commissione d’inchiesta sull’uranio impoverito il ministro della Difesa Parisi parla di circa 1400 malati in più rispetto ai 255 precedentemente forniti , mentre l’Osservatorio Militare fornisce il dato di 2538. I militari italiani morti sono invece per il ministero della Difesa 37, mentre per l’Osservatorio Militare 160. Come è possibile questa divergenza?

In onda a partire da stamani 29 novembre (e con repliche nei giorni successivi) sul canale RaiNews24 (satellite e digitale terrestre).

Nota: La pagina web dell’inchiesta:
http://www.rainews24.it/ran24/rainews24_2007/inchieste/27112007_uranio/default.asp
Comunicato stampa dell’Osservatorio Militare:
http://lists.peacelink.it/news/2007/11/msg00058.html
Pericolosità dell’uranio impoverito (commento a cura IPPNW)
Ulteriori approfondimenti (a cura Ass. Peacelink)

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