2009 - IPB-ITALIA - Associazione per la pace, il disarmo, la soluzione nonviolenta dei conflitti

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Archivio del 2009

Aiuti ed esperienza nel Kurdistan iracheno

30 dicembre 2009 Pubblicato da roberto

Dal Comune di Firenze apprendiamo una notizia importante.

Una delegazione di medici, fisici, tecnici, infermieri è in partenza per Sulaimaniya, l’antica capitale del Kurdistan iracheno. Il team che porterà aiuti ed esperienza nel centro radioterapico e oncologico della cittadina irachena partirà il 4 gennaio e si fermerà circa tre mesi. (leggi tutto il comunicato stampa)

           Giova ricordare come questa iniziativa ha origini lontane. Dal viaggio che IPB-Italia, assieme alla delegazione italiana dei Sindaci per la Pace, intraprese nel marzo 2006 in quelle terre dell’Iraq settentrionale, invitata dal sindaco di Halabja per il ricordo della strage del 1988. Dalle circostanze fortuite che permisero il contatto tra la First Lady irachena e presidente della locale organizzazione “Save the children” con l’allora direttore dell’ospedale pediatrico fiorentino Meyer, Paolo Morello. Dai successivi incontri in Italia di esponenti istituzionali di rilievo, con l’avvio di progetti di cooperazione sanitaria e di promozione di culture di pace.

“La cooperazione - afferma la presidente della Commissione Pace del Comune, Susanna Agostini - è fondamentale per creare la pace a vari livelli e le istituzioni svolgono un ruolo fondamentale per mettere in relazione i saperi. Questo è un momento importante di verifica della concretezza del lavoro di cooperazione che stanno svolgendo Mayors for Peace e International Peace Bureau-Italia. Quando si trova il denominatore comune della volontà e delle potenzialità di operatori di pace e istituzioni, si crea la risposta immediata ai bisogni impellenti. La sinergia vera si realizza quando si riesce a interfacciarsi con realtà differenti e si mettono in relazione i bisogni con i saperi. Così nasce l’amicizia eterna fra i popoli”

Ed è una “reazione a catena” in positivo che continua.

Vedi anche:

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Peace is in our hands

30 novembre 2009 Pubblicato da roberto

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Ecco una bella notizia. A Mazzarino, città già da tempo inserita nel circuito internazionale dei “Mayors for Peace” e quindi impegnata, assieme a tante altre, nella promozione di progetti culturali di pace, s’è tenuta, nei giorni 26 e 27 novembre scorsi, un’importante conferenza. E arricchita dalla presenza di rappresentanti istituzionali provenienti anche da regioni mediorientali di solito pensate, dai media e dall’opinione comune, terreni esplosivi di destabilizzazione mondiale.

Riportiamo qui sotto il testo dell’introduzione al programma della conferenza; a breve arriveranno aggiornamenti dalla stampa.

Sessantaquattro anni dopo lo scoppio della prima bomba atomica sulla città di Hiroshima gli arsenali nucleari continuano a minacciare il globo terrestre.
Abbiamo la possibilità di scegliere tra accettare che le nazioni investano in armamenti nucleari e chimici le risorse che non destinano alla sopravvivenza delle popolazioni più deboli , o invece cercare di indirizzare i governanti verso la completa abolizione dei suddetti armamenti.
Un segno di inversione di marcia internazionale si è vista nel 2009, con l’assegnazione del Premio Nobel per la Pace al Presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama, per il suo impegno verso una riduzione e abolizione degli armamenti.
Partendo da questa considerazione Peace is in our hands, nell’antica cittadina di Mazzarino, ha istituito una tavola rotonda in cui i Sindaci - espressione primaria ed immediata della Società Civile - si confronteranno su questa tematica attuale e di rilevanza internazionale: l’abolizione delle armi di distruzione di massa.
L’International Peace Bureau, Premio Nobel per la Pace nel 1910, modererà l’intervento delle delegazioni provenienti da diversi Paesi del continente.
Sono state confermate le presenze fondamentali di altre associazioni ed organizzazioni come “Mayors for Peace”, “I bambini del mondo” Onlus, il premio Nobel per la Pace nel 1985 IPPNW (International Physicians for the Prevention of Nuclear War).
Inoltre, sono previsti importanti incontri con le maestranze locali, ConfCommercio, ConfIndustria e ConfArtigianato: da “Peace is in our hands” possono nascere sinergie e futuri rapporti di collaborazioni tra le diverse comunità intervenute, sempre nell’ottica di favorire, con interventi mirati, le condizioni di pacificazioni che scaturiscono dal ristabilimento delle condizioni di intimo e personale benessere delle popolazioni.

Sì; la pace è - o potrebbe essere - nelle nostre mani. Con l’impegno e la volontà concreta di lavorarci, tutti assieme.

Per approfondire:

In English:

Dal sito del Comune di Mazzarino (link e comunicati stampa):

Rassegna stampa online:

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Nobel e Alter-Nobel

16 ottobre 2009 Pubblicato da roberto

Da più parti arrivano pareri discordanti sull’assegnazione a Barack Obama del Premio Nobel per la pace di quest’anno.

I più indicano l’evento - che comunque è gestito a insindacabile giudizio dal Comitato di cinque membri eletti dal Parlamento norvegese come deciso dalle ultime volontà di Alfred Nobel - come un “premio alle intenzioni”, un attestato di buona volontà o alla “pace preventiva”; mentre da qualcuno arrivano anche decise note di disappunto (vedi ad esempio il documento redatto dall’IPB di Ginevra).

I meriti dell’attuale Presidente USA sono noti anche se la breve storia finora maturata del suo mandato non ha ancora mostrato (anche per l’inerzia sempre presente nell’attuazione di impegni di grande portata a livello planetario) precisi segni di cambiamento nelle attuali situazioni di conflitto o di disagio nelle tante aree del mondo dove è necessario intervenire. La sua determinazione nell’abolizione completa degli armamenti nucleari, concettualmente apprezzabile e motivo della decisione di Oslo, è poi contrapposta, nel pensiero di critici e commentatori, al potere costante dell’industria bellica e alle lobbies che pure col nucleare ci lucrano. A questo punto, il tempo ci dirà se la decisione del Comitato norvegese sarà stata giusta oppure no.

Ma non solo il Nobel premia gli “operatori di pace” o chi si adopera per risolvere i problemi del mondo; e oltre al già noto Sean MacBride Peace Prize su cui diverse volte ci siamo soffermati, di un altro illustre riconoscimento diamo adesso notizia, il Right Livelihood Award, da più parti definito come una sorta di Premio Nobel alternativo, ideato dall’omonima Fondazione nata in Svezia nel 1980 e assegnato annualmente a coloro che offrono “risposte pratiche ed esemplari alle più urgenti sfide che ci investono al giorno d’oggi”.

Ogni anno una cerimonia al Parlamento svedese premia usualmente quattro candidati. A uno di essi viene assegnato un Honorary Award mentre agli altri tre viene anche corrisposta una somma complessiva di 150.000 Euro. Si tratta quindi di un riconoscimento di portata “monetaria” assai inferiore rispetto al Nobel ma ciò non sminuisce affatto la sua importanza. Esso è stato definito come il “primo riconoscimento al mondo al coraggio personale e alla trasformazione sociale”, e chi lo riceve acquisisce conseguentemente un’attenzione internazionale che altrimenti non arriverebbe ad ottenere.

I quattro assegnatari del Premio di quest’anno sono stati rispettivamente:

David Suzuki (Canada) per la sua vita spesa nella difesa dell’uso socialmente responsabile della scienza, e per il suo forte contributo nella sensibilizzazione delle persone sui pericoli del cambiamento climatico e la creazione di un sostegno pubblico alle politiche relative;

René Ngongo (Repubblica Democratica del Congo) per il suo coraggio nell’affrontare le forze che stanno distruggendo le foreste pluviali del Congo e la creazione di un sostegno politico per la loro conservazione e l’uso sostenibile;

Alyn Ware (Nuova Zelanda) per il suo impegno efficace e creativo in iniziative svolte da più di due decenni di educazione alla pace nello sforzo di liberare il mondo dalle armi nucleari;

Catherine Hamlin (Etiopia) per i suoi cinquant’anni dedicati al trattamento delle pazienti affette da fistola ostetrica, rioffrendo così salute, speranza e dignità a migliaia tra le donne più povere dell’Africa.


Anche da IPB-Italia arriva il messaggio di congratulazioni per Alyn Ware: membro dell’International Peace Bureau, è ben conosciuto anche personalmente avendo egli partecipato in diverse occasioni ad eventi anche nel nostro Paese. Alyn è conosciuto da tempo per le iniziative a favore del disarmo, soprattutto come coordinatore del PNND, Parliamentarians for Nuclear Non-proliferation and Disarmament”, associazione dei Parlamentari per il disarmo e la non proliferazione nucleare, di cui anche in Italia sono presenti alcuni membri.

Cosa dire a conclusione di questa carrellata di notizie? Sicuramente, sono “good news” che tra i media italiani difficilmente compariranno. E se ciò può dare un po’ di sconforto nel riflettere quanto scarsa sia la percezione culturale di simili eventi nel nostro Paese, rende però un po’ meno pessimisti sul futuro della nostra insicura umanità.

Allunghiamo lo sguardo ad una visione globale del mondo, delle sue necessità e delle sue aspettative. Sicuramente guariremmo da tanti mali, e da una visione distorta della realtà che ci rende spesso inerti e forse incapaci di capire che se sono tanti i problemi nel mondo, altrettanti sono gli sbocchi che anche la nostra opera potrebbe incanalare. Gli esempi di good fellows, come s’è visto, non mancano.

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La visita in Italia di Khder Kareem

12 settembre 2009 Pubblicato da roberto

“A bocce ferme”, al termine degli incontri col Sindaco di Halabja. Una testimonianza contro le armi di distruzione di massa e un lavoro concreto nell’immediato sanitario del Paese.

kif_0481_1Khder Kareem, sindaco di Halabja e Vice-Presidente dell’organizzazione mondiale dei “Mayors for Peace”, di nuovo in Italia. Un tour d’incontri e conferenze stampa, oltre che un impegno “dietro le quinte” nella preparazione di un documento per le Nazioni Unite. E in ogni caso, anche qua tra noi, testimonianza attiva di ciò che la “città martire” del Kurdistan iracheno ha da offrire al mondo.

Un primo passaggio “in amicizia” a Firenze e Campi Bisenzio nei giorni 28 e 29 agosto poi la vera prima tappa ufficiale a Lugo di Romagna, la storica sede di IPB-Italia – l’ufficio autonomo dell’International Peace Bureau che da alcuni anni ha posto un’attenzione particolare verso le vicende del Kurdistan e dell’Iraq e che collabora con i “Mayors for Peace” nella possibile convergenza degli sforzi di disarmo da tutte le “armi di distruzione di massa”. Nei giorni successivi il Sindaco è poi giunto in Sicilia, ospite presso diversi Comuni dell’isola. Ultima tappa di Mohammed Kareem, il giorno 7 settembre, di nuovo a Firenze dove ha incontrato - seppure in forma privata - diverse figure istituzionali della città (vedi comunicato del Comune di Firenze).

“E’ importante che tutte le Nazioni, le agenzie delle Nazioni Unite, le Associazioni non governative, lavorino con forza assieme alla Convenzione contro le armi biologiche (BWC) per porre sotto controllo la produzione, trasferimento, destinazione finale di sostanze che sappiamo possono venire usate nella produzione di armi biochimiche. Le tecniche di guerra nel nuovo secolo saranno sempre più improntate all’uso delle armi chimiche e batteriologiche, perché piccole, facilmente trasportabili, poco costose e con potere distruttivo altissimo.”

Già da tempo si va cercando un approccio convergente nello sforzo di eliminazione di quelle che nel gergo vengono appunto definite “armi di distruzione di massa” cioé non solo atomiche ma anche batteriologiche e chimiche. L’attuale Sindaco della cittadina che fu colpita con bombe chimiche da Saddam nel 1988, si fa allora portatore presso le Nazioni Unite (attraverso un documento comunque consegnato a Ginevra) del grido del suo popolo, che si associa quindi al “Mai più!” scandito negli anni dal mondo dopo gli “assaggi di olocausto nucleare” cui furono vittime nel 1945 le città di Hiroshima e Nagasaki.
Di recente Mr. Khder è entrato, con l’incarico di Vicepresidente, nel Board direttivo dell’associazione dei “Mayors for Peace”, che – fondata nel 1982 dai Sindaci delle due città giapponesi – lavora nel mondo per un sempre più stretto legame tra i Primi Cittadini per il rigetto totale dell’arma atomica. Le Nazioni Unite l’anno scorso hanno riconosciuto ufficialmente a Halabja lo status di “città martire” e il 16 marzo di ogni anno, anniversario della strage, verrà ricordato nell’Assemblea.

Nota: L’articolo è pubblicato anche nel sito di Peacelink

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Mayors for Peace: a Nagasaki l’assemblea plenaria

9 agosto 2009 Pubblicato da roberto

Riportiamo anche sul sito di IPB-Italia questo articolo, data l’attiva partecipazione che la nostra Associazione ha svolto - tra le altre cose - nello sviluppo della Campagna dei “Mayors for Peace” in Italia. Anche se l’evento qui riportato fa parte di un percorso che continua in sedi istituzionali, è importante ricordare anche il nostro ruolo, ruolo tra l’altro valorizzato nel discorso di Susanna Agostini al board MfP di Nagasaki.

res_1904517654.jpgFin dagli anni Cinquanta l’allora Sindaco di Firenze Giorgio La Pira propose ai referenti dei Comuni di tutto il mondo una visione politica di pace, posando, in particolare, la propria riflessione sulla figura e sul ruolo del sindaco, “uomo-ponte” tra i poteri delle istituzioni locali e i bisogni dei cittadini. L’idea di Sindaco come “ponte” tra cittadino e istituzioni è diventato poi concetto chiave di “Mayors for Peace”, campagna per il disarmo che fu creata nel 1982 dai sindaci di Hiroshima e Nagasaki, con lo scopo di promuovere azioni concrete di riduzione degli armamenti nucleari in tutto il mondo, fino ad arrivare alla realizzazione di un disarmo totale entro il 2020.

Giorgio La Pira è oggi ricordato da Susanna Agostini, delegata a rappresentare il comune di Firenze all’assemblea plenaria dei “Mayors for Peace” che si tiene a Nagasaki in questi giorni. La Pira come “profeta” già nell’aprile dello scorso anno è stato citato a Ginevra dal sindaco di Hiroshima e presidente dell’organizzazione, Akiba Tadatoshi, al secondo incontro del Comitato Preparatorio per la conferenza di Riesame del Trattato di non Proliferazione. Già 54 anni prima, in questa stessa città, La Pira affermò che ”Le città sono unità viventi, e svolgono un ruolo essenziale nella società contemporanea. Gli Stati non hanno il diritto di poterle distruggere. Il diritto delle città all’esistenza, nel loro valore politico, storico, religioso, che deve essere riconosciuto dagli Stati.” Un’idea utopica – specie in quegli anni di “guerra fredda” nel confronto diretto tra USA e URSS, e di accresciuto rischio di olocausto globale – ma che ha avuto e ha tuttora un seguito. E del resto la stessa Storia macina gli eventi secondo strade a noi spesso sconosciute. Il crollo improvviso dell’impero sovietico e la conseguente riorganizzazione degli equilibri di forza mondiali, e adesso lo stesso cambio di potere negli Stati Uniti, di fatto unica potenza imperiale rimasta e con quella sorta di “peccato originale” per esser stato l’unico Stato ad avere impiegato la Bomba in un conflitto bellico, sono manifestazioni epocali che non possiamo sottovalutare.
E se la Storia è costruita anche da tali eventi, conseguenza di forze sociali ed economiche che superano le stesse intenzioni dei governanti, a maggior ragione il potere dei popoli – incanalato anche attraverso la mediazione dei Sindaci come interlocutori ufficiali tra lo Stato e i propri cittadini – possono, chissà, aiutare a realizzare l’utopia.

           “Mayors for Peace” collega tuttora più di 3000 città in 134 nazioni o regioni geografiche. E’ costituito da un board direttivo che comprende il sindaco di Hiroshima come Presidente, e numerosi Vicepresidenti e Executive Officials scelti tra i Sindaci di città maggiormente impegnate nell’azione culturale e di disarmo. E’ nell’assemblea di questi giorni che al gruppo degli Executive Officials viene aggiunto Khder Kareem, sindaco di Halabja, la cittadina del Kurdistan iracheno oggetto nel 1988 dell’attacco di Saddam Hussein con armi chimiche. Un ingresso che non è solo simbolico: diverse sono le città irachene da poco inserite nell’elenco, frutto anche di incontri e avvenimenti conseguenti al viaggio di delegati MfP italiani e rappresentanti dell’International Peace Bureau Italia in quelle terre nel 2006. Un ingresso infine che può concretizzare maggiormente l’impegno verso l’intero insieme delle “armi di distruzione di massa”, nucleari batteriologiche e chimiche, un fronte globale di azione che il pacifismo attuale non può sottovalutare.

Articolo di Roberto Del Bianco, pubblicato su http://www.peacelink.it/pace/a/30040.html

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Alcuni link per approfondire:

Sito ufficiale Mayors for Peace: http://www.mayorsforpeace.org/english/index.html
Composizione del board di MfP: http://www.mayorsforpeace.org/english/outlines/members.html
Dal Comune di Firenze il discorso di Susanna Agostini al board: http://press.comune.fi.it/hcm/hcm5353-3_2_1-La+presidente+della+commssione+pace+Agostini+%E8+a+N.html?cm_id_details=45826&id_padre=4473

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