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Da “Fallujah - La strage nascosta” IPB sempre più mobilitato

25 dicembre 2005 Pubblicato da roberto

In una sempre maggiore sinergia tra mezzo televisivo e Web, segnalo le interviste che RaiNews24 ha prodotto, rispettivamente alla nostra Presidente Fulgida Barattoni e - in data odierna - al Segretario Generale dell’International Peace Bureau, Colin Archer.

L’inchiesta iniziale sull’uso del fosforo bianco nella guerra in Iraq ha dato l’avvio a sviluppi sempre maggiori, sia nell’attenzione internazionale alla vicenda, sia nella concretizzazione - ad opera del nostro bureau - di uno statement internazionale di condanna realizzato su basi giuridiche e scientifiche. Le interviste video dal sito di Rainews24 svelano dalla voce dei nostri rappresentanti il lavoro che l’International Peace Bureau sta svolgendo.

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“Falluja - La strage nascosta” al Seminario di Firenze sulla tortura

4 dicembre 2005 Pubblicato da roberto

Organizzato dalla Fondazione “Lelio Basso” e con la collaborazione della Regione Toscana, si è tenuto ieri, nell’auditorium del Consiglio Regionale in Firenze, l’ultimo appuntamento del seminario internazionale che ha approfondito, in date e in sedi diverse, il tema sempre attuale della tortura, focalizzato in questo ultimo incontro nel contesto del “ritorno alla guerra”.

Nel corso del seminario (a cui sono intervenuti personaggi di spicco della Fondazione e del mondo giuridico e giornalistico internazionale) ha avuto ampio spazio il documentario di RaiNews24 “Falluja - La strage nascosta”, la cui proiezione è stata preceduta dall’intervento della nostra Presidente Fulgida Barattoni, e seguita dalla lettura della dichiarazione che lo stesso IPB ha redatto a condanna dell’atto bellico statunitense.

Nota: Il sito della Fondazione: www.fondazionebasso.it
Un articolo da “Toscana Oggi”

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Servizio di RaiNews24 su Falluja: Amnesty International scrive al ministro Martino

18 novembre 2005 Pubblicato da roberto

La Sezione Italiana di Amnesty International ha inviato oggi una lettera al ministro della Difesa, on. Antonio Martino, chiedendo se il governo italiano “abbia acquisito e analizzato le denunce contenute nell’inchiesta di RaiNews24″ sull’uso di fosforo bianco nel corso dell’offensiva militare di Falluja del novembre 2004, “e quali iniziative intenda intraprendere a tal fine nei confronti delle autorità statunitensi”.
Nella lettera, l’organizzazione per i diritti umani ricorda che tutti i paesi coinvolti in un conflitto armato internazionale devono adottare ogni necessaria precauzione per evitare danni ai civili, secondo i principi vincolanti del diritto internazionale umanitario. Questi ultimi comprendono il divieto di attacchi diretti contro i civili od obiettivi civili; attacchi che non distinguono tra obiettivi militari e i civili od obiettivi civili; e attacchi che, sebbene diretti contro obiettivi militari, abbiano un impatto sproporzionato nei confronti dei civili o di obiettivi civili.

L’articolo 51 (4) del I Protocollo Aggiuntivo alle Convenzioni di Ginevra del 1949 – prosegue la lettera di Amnesty International - proibisce attacchi indiscriminati, inclusi “quelli che impiegano un metodo o mezzo di combattimento che non può essere diretto a uno specifico obiettivo militare” e “quelli che impiegano un metodo o mezzo di combattimento i cui effetti non possono essere limitati come richiesto dal Protocollo”. Gli attacchi indiscriminati “hanno la caratteristica di colpire obiettivi militari e i civili od obiettivi civili senza distinzione”.

Amnesty International segnala, infine, che già il 16 novembre 2004 aveva diffuso una dichiarazione nella quale esprimeva “forti timori che a Falluja stiano avendo luogo gravi violazioni delle leggi di guerra a protezione dei civili e di persone armate fuori combattimento”.

FINE DEL COMUNICATO Roma, 14 novembre 2005

Per ulteriori informazioni, approfondimenti e interviste:
Amnesty International Italia - Ufficio stampa
Tel. 06 4490224 - cell. 348-6974361, e-mail: press@amnesty.it

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FOSFORO SU FALLUJA. Comunicato SESICG

17 novembre 2005 Pubblicato da roberto

Sempre sul tema “Fosforo bianco utilizzato a Falluja”, riporto il comunicato, reperito da altro circuito telematico, del Comitato Scienziate e Scienziati contro la guerra.
Per contatti e altre iniziative contattare ai recapiti sotto riportati nelle “Note” (referente: Paola Letardi).


COMUNICATO DEL COMITATO SCIENZIATE E SCIENZIATI CONTRO LA GUERRA
15 Novembre 2005

Le recenti rivelazioni da parte di alcuni mass-media sull’operato delle forze statunitensi durante l’assedio di Falluja ci spingono a prendere posizione in quanto scienziate e scienziati spinti dalla volontà di usare a fini di pace le competenze acquisite per il lavoro che facciamo.

L’uso di WP (Willi Pete, ovvero il fosforo bianco nel gergo militare), come documentato in particolare dal servizio di Ranucci su RAInews24 (vedi: http://www.rainews24.it/Notizia.asp?NewsID=57784), costituisce una violazione del principio di base della Convenzione sulle Armi Chimiche, cui gli Stati Uniti aderiscono dal 1997. La convenzione infatti si pone come fine “la proibizione e l’eliminazione di tutti i tipi di armi di distruzione di massa; convinti che la completa ed effettiva proibizione dello sviluppo, produzione, acquisizione, immagazzinaggio, detenzione, trasferimento ed uso di armi chimiche e loro distruzione, rappresenta un passo necessario verso il conseguimento di tali obiettivi comuni”.

Il WP, come il Napalm, è una sostanza classificata come “incendiaria” il cui uso in guerra sarebbe permesso in circostanze ben definite. Aldila` di usi ‘legalmente’ permessi e vietati, pero`, il risultato sui civili (previsto, ed anzi cercato dai militari USA), costituisce un fatto documentato ed ormai indubitabile.

L’utilizzo di queste tecniche sulla popolazione civile e` di gravita` inaudita, suscita il nostro orrore, e ci impone di denunciare con forza l’abominio che rappresenta: la trasformazione di conoscenza, bene comune dell’umanita`, in strumento di distruzione di massa.
L’episodio (ammesso che di episodio si tratti e non di strategia deliberata) e` reso ancora piu` grave dai tentativi di impedire le testimonianze, facendo pagare prezzi altissimi e personali ai giornalisti non-embedded per il coraggio delle loro denunce.
Come se non bastasse, una volta svelata la strage nascosta, l’amministrazione USA tenta ancora di minimizzare e/o negare l’accaduto e i suoi effetti drammatici.

Ma le conseguenze di tale gesto potrebbero essere ancora piu` gravi: ci domandiamo infatti su quale base si potranno ritenere vincolanti tutti i trattati e le convenzioni con cui si e` cercato di costruire un mondo vivibile, nonostante la propensione umana alla guerra. Il comportamento dell’esercito statunitense oggi in Iraq, come trenta anni prima in Vietnam, come anche la guerra chimica messa in atto dalla NATO contro la cittadinanza jugoslava (i cui effetti di lungo periodo sono stati rilevati anche da organismi internazionali) fanno ridiventare “prassi bellica ordinaria” quei crimini di guerra che si speravano banditi per sempre dalla Storia.
Chi mai si sentira` obbligato a non diffondere malattie, a non avvelenare le acque, a non ‘distruggere il nemico’ anche usando armi atomiche? Se e` concesso ai piu` potenti di non seguire le regole da loro stessi imposte a tutti gli altri, perche` chi gia` soffre per i loro soprusi non dovrebbe usare le stesse armi?
Malgrado tutti gli impegni solenni pronunciati dopo Hiroshima e l’Olocausto, dopo il Vietnam, si stanno ripetendo orrori che speravamo espulsi dalla storia; orrori che saranno ancora un volta pagati da tutta la collettivita` mondiale, in termini fisici e sociali, a partire come sempre dai piu` poveri ed indifesi.

E’ possibile che i veri responsabili di tutto questo non saranno mai ufficialmente giudicati e condannati, magari appellandosi a cavilli (il WP non e` compreso nell’elenco delle armi chimiche, gli USA non hanno mai firmato il protocollo di Ginevra sulle armi incendiarie, ecc), ma tutte le persone devono sapere quali sono gli interessi strategici ed economici che rendono il mondo un luogo in cui e` sempre piu` difficile e doloroso sopravvivere.

E` necessaria ed urgente una reazione molto decisa, che gia` si intravede nelle prime mobilitazioni popolari. A queste aggiungiamo da parte nostra la ferma richiesta che sia fatta piena luce su questo come su altri episodi recenti di guerra inumana da parte di USA e NATO, e “coalizioni di volenterosi” di cui disgraziatamente fanno parte anche forze del nostro Paese. Chiediamo chiare prese di posizione ed azioni conseguenti dei nostri esponenti politici, che devono decretare il rientro immediato delle nostre truppe e farsi portatori di richieste presso tutti gli organismi internazionali specifici (CWC) e generali (ONU) affinche` essi si pronuncino su questa guerra, su questo episodio, su questo criterio di due pesi e due misure nei rapporti tra Stati.

Per parte nostra, ribadiamo il nostro impegno a non collaborare con qualsiasi attivita` connessa con l’industria bellica (v. http://www.carta.org/campagne/pace/050302scienziati.htm), ed esprimiamo la ferma condanna di ogni forma di sopraffazione dei popoli e delle persone. Rifiutiamo il coinvolgimento della scienza per questi scopi ed invitiamo tutte le persone, scienziate/i in particolare, ad operare per un mondo di pace.

Scienziate e scienziati contro la guerra
Nota: E’ in fase di allestimento un sito per la raccolta adesioni; comunichero’ l’indirizzo appena disponibile. Per informazioni generali sul comitato Scienziate E Scienziati Contro la Guerra (SESIG) potete contattare la sottoscritta (Paola Letardi, Paola.Letardi@ismar.cnr.it, 3472765957). Per aspetti specifici del comunicato il riferimento è Monica Zoppie’, mzoppe@ifc.cnr.it.

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Lettera al “Corriere” del prof. Cufaro Petroni

16 novembre 2005 Pubblicato da roberto

Care amiche, cari amici,

Il 15 novembre e’ comparsa sul Corriere della Sera un’intervista
telefonica a J.Pike nella quale si attaccava il servizio di RaiNews24 su
Falluja come disinformazione antiamericana. A me e’ parso che le
argomentazioni di Pike - in generale molto autorevoli - questa volta non
fossero convincenti. Ho scritto la mia opinione e la ho spedita al
Corriere della Sera: ve ne allego una copia.
Saluti
Nicola Cufaro Petroni

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Al Direttore del Corriere della Sera
e p.c.
Al Direttore di La Repubblica
Al Direttore di Il Manifesto
Al Direttore di l’Unita’

Gentile Direttore,
Ho letto con grande interesse l’intervista rilasciata al Corriere della
Sera (15 novembre 2005) da J.Pike a proposito del recente servizio di
RaiNews24 (8 novembre 2005) che accusa i militari USA di uso improprio ed
eccessivo di armi incendiarie - in particolare di fosforo bianco (WP) -
nell’attacco su Falluja dell’8-20 novembre 2004. Mi sembra pero’ che in
essa i risultati dell’inchiesta giornalistica siano eccessivamente
minimizzati: dal sito www.globalsecurity.org gestito proprio da Pike
ricavo, infatti, un’impressione un po’ diversa.

Innanzitutto tengo a precisare che le pagine

http://www.globalsecurity.org/military/systems/munitions/incendiary.htm
http://www.globalsecurity.org/military/systems/munitions/wp.htm
http://www.globalsecurity.org/military/systems/munitions/napalm.htm

da me consultate sono state estensivamente modificate da Pike proprio
dopo l’8 novembre 2005 (soprattutto la pagina wp.htm), come ho potuto
constatare avendone io prelevato copia per mia documentazione in quella
data. In questa riscrittura sono scomparse frasi come “A side benefit of
white phosphorus is that white phosphorus smoke is toxic and readily
penetrates protective mask filters” e sono comparse delle sezioni sulle
(ben note) applicazioni non militari del fosforo, come la produzione di
bibite e dentifrici. In ambedue le versioni, comunque, si dice “These
weapons are particularly nasty (pericolose, indecenti) because white
phosphorus continues to burn until it disappears. If service members are
hit by pieces of white phosphorus, it could burn right down to the bone
(fino all’osso)” o anche “Incandescent particles of WP may produce
extensive burns”, mentre nell’intervista si dice “È difficile che produca
bruciature estese”.

In secondo luogo mi sembra strana l’affermazione di Pike “Quei cadaveri
non hanno i segni del fosforo bianco. Sembrano cadaveri rimasti al sole
per una settimana”. Se e’ vero infatti che il fosforo in se’ non e’
un’”arma di distruzione di massa” esso e’ chiaramente classificato come
agente incendiario su globalsecurity.org (e non solo), e se e’ vero che
il contatto con il fosforo “produce bruciature che possono essere molto
dolorose, ma normalmente non uccide” e’ vero anche che gli incendi e il
calore eccessivo, invece, si’. Traggo ad esempio dalla pagina napalm.htm
la seguente affermazione: “When indendiary weapons were dropped on
bunkers in Germany, the intense heat literally baked and dehydrated
German World War II soldiers, giving rise to the German word
‘Bombenbrandschrumpfeichen,’ meaning ‘firebomb shrunken flesh’ (carne
avvizzita dalle bombe incendiarie).” Mi sembra questa una descrizione
piu’ aderente a quel che abbiamo visto su RaiNews24, piuttosto che a
all’idea di cadaveri rimasti al sole (di novembre!) per una settimana.
Non e’ casuale d’altra parte che la Convention on Certain Conventional
Arms (CCCW, 1980) nel suo Protocol III - mai firmato dagli USA - vieti
proprio l’uso di armi incendiarie contro civili, o obiettivi militari
inseriti in concentrazioni di civili visto che esse “May Be Deemed To Be
Excessively Injurious Or To Have Indiscriminate Effects.”

Continuo a stimare molto le opinioni di J.Pike, ma questa volta le sue
argomentazioni non sono del tutto convincenti. Il servizio di Rainews24
puo’ contenere delle esagerazioni, ma l’accusa contro i militari
americani di aver usato armi incendiarie in maniera non consentita dai
trattati internazionali resta per intero, anche se - trattandosi degli
USA - non mi aspetto che la questione possa essere mai considerata da un
tribunale penale internazionale.

Nicola Cufaro Petroni

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