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Archivio della categoria 'Dalla Società Civile'

Verità e giustizia per Falluja!

3 novembre 2010 Pubblicato da roberto

Sembra storia passata ma le conseguenze degli attacchi chimici nella città irachena di Falluja continuano ancora adesso. E tanti particolari sono ancora oscuri, primo tra tutti, che tipi di armi vennero usati (o sperimentati!) in quella terra devastata?

Riceviamo un appello. Dal Dr. Muhamad Tareq Abidalla, direttore del Centro Diritti umani di Falluja. E’ in inglese ma dal sito italiano segnalato dell’associazione Un ponte per (unponteper.it) è possibile aderire personalmente alla richiesta di far luce su quanto accadde laggiù.

Dear Friends,

We are looking to your help to sign our appeal and to distribute it to all your e-mail list to help us collect more signatures for asking the investigation and the Justice of not only my city Fallujah but will be the key for most the crimes came it after Fallujah crimes.
A section for signatures is open on unponteper.it website

Thanks a lot

Dr. Muhamad T. Abidalla
President of CCERF - Fallujah
Director of MHRI - Iraq
Cell.0039-3206025555

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Inoltre: Emergenza guerra: tra Libano e Iraq Video girato a Bologna il 27 agosto 2006.

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Una voce fuori dal coro

9 ottobre 2010 Pubblicato da roberto

A difesa della volontà testamentaria di Alfred Nobel, lo studioso e
pacifista norvegese Fredrik S. Heffermehl avanza forti critiche
sulla scelta del "comitato dei 5" di Oslo.

“Non c’è dubbio che lavorare per i diritti umani è lavoro per la pace, ma fu per sostenere gli sforzi per il disarmo che Nobel creò il suo premio per i “Campioni della pace”. Con tutto il rispetto per Lio Xiaobo, questo è un altro esempio che non è più un “Premio Nobel”, è il “Peace Prize” del Parlamento norvegese.”.

La riflessione di Fredrik Heffermehl, avvocato, scrittore e studioso pacifista norvegese, è in linea con quanto da molto tempo sostiene: e cioé che dalla fine del secondo conflitto mondiale, il 45% dei riconoscimenti è giuridicamente illegale. Il Premio a personaggi come Henry Kissinger e Le Duc To, ma anche a figure emblematiche qual’è stata ad esempio Madre Teresa di Calcutta, sono la conferma che spesso le decisioni del comitato sembrano essersi inquinate dalla politica, da interessi internazionali delle grandi potenze, o semplicemente da una generalizzazione del concetto di “work for peace” che può anche essere accettata dall’opinione pubblica ma che esula completamente dalle ultime volontà di Nobel.

The Nobel Peace Prize. What Nobel really wantedAlfred Nobel - scrive Heffermehl nel suo ultimo libro, The Nobel Peace Prize: What Nobel really wanted? - espresse chiaramente i suoi intenti nel testamento, indirizzando la scelta a singole persone che avessero svolto il miglior lavoro per favorire la fratellanza tra le nazioni, l’abolizione o la riduzione degli armamenti, la promozione di conferenze di pace. Nel 1895, anno della sua stesura, la Norvegia sembra essere la Nazione cui lo sforzo per la pace maggiormente aveva assunto caratteristiche istituzionali e non più idealistiche (ricordo che l’assegnazione degli altri Premi - per la fisica, la chimica, la medicina e la letteratura - è affidata alla Svezia), pertanto è ad essa che Nobel affida l’importante compito. E non c’è dubbio che i termini usati da Nobel indirizzino la selezione tra candidati che avessero costruito ponti di pace non solo idealistici o “grassroot” ma con un lavoro concreto nella direzione del disarmo globale e della creazione di rapporti di cooperazione e amicizia tra gli Stati in modo da garantire un progresso nelle relazioni internazionali e nella diminuzione e assenza di conflitti.

A questo punto cosa servirebbe? Oltre a una maggiore attenzione del comitato norvegese allo spirito e alla lettera delle disposizioni testamentarie di Nobel, analoghi riconoscimenti potrebbero (e magari, dovrebbero) venire istituiti, ed efficacemente presentati dai media, per quelle categorie di attivisti (per i diritti umani, per la fratellanza tra i popoli, per la cura dell’ambiente) cui il Nobel, nelle sue originali motivazioni, diventa un premio “fuori tema” e, soprattutto, giuridicamente illegittimo. Non metto in dubbio l’efficacia politica e mediatica dell’impatto di un Nobel Peace Prize a personaggi come Lio Xiaobo, però attenzione: non è con le ultime volontà di un pur illustre personaggio che si fa la politica internazionale - meglio sarebbe il contrario, che la politica internazionale riuscisse ad adeguarsi allo spirito e alla lettera di queste ultime volontà (e a questo punto, un vero Nobel Laureate potrebbe alla fine legittimamente arrivare!).

Note:

Fredrik S. Heffermehl, da Wikipedia: http://en.wikipedia.org/wiki/Fredrik_Heffermehl
“The Nobel Peace Prize”, pagina su IBS.it: http://ibs.it/libro+inglese/heffermehl-fredrik-s/the-nobel-peace/9780313387449.html
Alfred Nobel, da Wikipedia.it: http://it.wikipedia.org/wiki/Alfred_Nobel
Un “Nobel alternativo”, il Right Livelihood Award: http://www.peacelink.it/pace/a/30361.html

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Una giornata contro i test

19 agosto 2010 Pubblicato da roberto

Riceviamo da Alyn Ware, coordinatore mondiale di PNND, l’organizzazione dei parlamentari per la non-proliferazione e il disarmo nucleare, questa notizia. L’ONU si appresta a indire per la prima volta, dopo l’approvazione all’unanimità il 2 dicembre scorso della risoluzione 64/35, la giornata internazionale contro i test nucleari.

La Giornata ha lo scopo di galvanizzare gli sforzi delle Nazioni Unite e dei suoi Stati membri, delle organizzazioni intergovernative e non governative, istituzioni accademiche, network e media per informare, educare e sostenere la necessità di vietare i test nucleari come un passo importante per raggiungere un mondo più sicuro.

PNND dal canto suo si unisce al Segretario generale dell’ONU, agli Stati membri dell’ONU e alla società civile nel favorire la piena ratifica e l’entrata in vigore del trattato di interdizione degli esperimenti nucleari (CTBT), e la realizzazione di un mondo sicuro dalle armi nucleari.

I parlamentari - afferma il comunicato - hanno un ruolo fondamentale da svolgere per porre fine agli esperimenti nucleari e all’abolizione globale delle armi nucleari. A questo scopo, nel mese di aprile del 2009 lInter-Parliamentary Union - che comprende 155 Parlamenti nel mondo - ha adottato all’unanimità una risoluzione proposta dai membri del PNND, invitando i parlamentari e gli stessi Parlamenti ad adottare misure per sostenere il CTBT e il Piano a 5 punti dal Segretario generale dell’ONU per il disarmo nucleare.

Tra il 29 agosto e l’11 settembre, alle Nazioni unite si svolgeranno eventi per la giornata internazionale contro i test nucleari, come pure presso i Parlamenti e altre località in tutto il mondo.

Note:

International Day against Nuclear Tests. Il sito:
http://www.un.org/en/events/againstnucleartestsday/

Questo articolo è pubblicato anche su http://www.peacelink.it/disarmo/a/32234.html

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Joint Statement on Gaza

9 giugno 2010 Pubblicato da roberto

Da Michele Di Paolantonio, presidente della sezione italiana di IPPNW, riceviamo questo comunicato. E’ una dichiarazione congiunta dalle organizzazioni “parallele” di IPPNW rappresentanti i medici israeliani e palestinesi impegnati verso pace e disarmo.

Anche da essi una ferma condanna dell’aggressione alle navi che portavano aiuti a Gaza.


Joint Statement on the Armed Assault on Ships to Gaza

Palestinian Physicians For the Prevention of Nuclear War (PPPNW) and the Israeli Physicians For Peace and the Preservation Of The Environment (IPPPE), Affiliates of International Physicians For the Prevention of Nuclear War,
Agree as follows:

Our two organizations condemn the armed assault in international waters on ships carrying humanitarian aid to Gaza and deplore the resulting loss of lives.

As physicians on both sides, we agree that the health of the population of Gaza is of deep concern and that medical aid is urgently needed.
We are calling for an international inquiry into this incident, and an immediate end to the blockade of Gaza.

We call upon the Israeli and the Palestinian leaders to enter into serious negotiations in goodwill to find a nonviolent, peaceful resolution of the Israeli-Palestinian conflict.

Dr. Abdelaziz Alabadi, MD — President, PPPNW, Palestine
Prof. Ernesto Kahan M.D. — President and Councilor, IPPPE, Israel
Dr. Mustafa Ghanim, MD, PhD— External Relations, PPPNW, Palestine
Dr. Ra’anan Friedmann M.D., Ph.D. — Vice President, Vice Councilor and Spokesman, IPPPE, Israel

Fonte: http://peaceandhealthblog.com/

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Riaprire Gaza non solo a parole

7 giugno 2010 Pubblicato da roberto

L’editoriale del CIPMO del 7 giugno va al di là delle considerazioni “emotive” scaturite dal recente attacco della Marina israeliana contro le navi umanitarie dirette a Gaza. Il Centro Italiano per la Pace in Medio Oriente fornisce un commento che spazia a 360° e che investe anche i complessi giochi di potere per un riequilibrio in atto nell’intera regione mediorientale.

Può essere condivisibile o meno (in ogni caso la condanna verso l’atto di Israele è significativa) però mette luce su quanto si sta muovendo nei rapporti internazionali.

Concludendo infine con un auspicio sul possibile ruolo dell’Unione Europea:

“L’Europa, senza arroganza e presunzione, può svolgere un ruolo essenziale per creare condizioni favorevoli a questo più realistico e complessivo approccio. Tanto più necessario mentre si avvicinano scadenze cruciali per la gestione del difficile nodo iraniano, le cui interconnessioni con l’irrisolta questione israelo-arabo-palestinese sono state ripetutamente evidenziate dallo stesso Obama. L’alternativa è la continuazione di un semplice management del conflitto, costantemente esposto a crisi imprevedibili e potenzialmente devastanti, come quella di questi giorni, con ripercussioni sempre più gravi sullo stesso quadro regionale e internazionale.”

Leggi tutto nel sito www.cipmo.org!

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