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Brevi dal Kurdistan

18-3-2010 ore 08.00: Da Fulgida Barattoni

Programma della giornata
La delegazione e’ stata raggiunta ieri dallo svedese Tomas Magnusson Presidente dell’International Peace Bureau sede madre di Ginevra. Il gruppo ora al completo darà inizio ad una serie di incontri istituzionali che hanno come obiettivo consolidare i rapporti con l’irak e tradurli in azioni e progetti concreti.
La delegazione si divide oggi in tre: un gruppo accompagna Tomas Magnusson ad Halabja in visita al mausoleo e al cimitero delle vittime; un gruppo dà inizio agli incontri con il direttore della Banca centrale del Kurdistan, e il ministro degli investimenti della regione autonoma del Kurdistan; un gruppo andra’ a fare shopping nei bazar.
Nei prossimi giorni una delegazione composta di sole donne FULGIDA-SUSANNA-MARIAPIA andranno con una parlamentare DONNA in tre villaggi dove verranno realizzati dei corsi di formazione dedicati alle donne al fine di offrire loro la possibilita’ di un minimo di indipendenza economica attraverso micro attivita’.
Non esiste in questo Paese il confezionamento degli abiti. Tutti vanno ad acquistare la stoffa poi vanno dal sarto e dopo una settimana hanno l’abito desiderato. Uno dei progetti che verra’ proposto sara’ quello di fare confezionare ad un gruppo di donne, abiti per taglia, partendo da taglie piccole fino a quelle piu’ grandi.
Specialmente sotto le festivita’ del NOWROZ, il Capodanno kurdo, i sarti sono tutti strapieni di lavoro ed e’ difficile trovare qualcuno disposto a confezionare un abito all’ultimo momento. Sicuramente offrire degli abiti pre-confezionati esce dalle loro abitudini ma puo’ tornare comodo e pratico.
Un altro progetto che proporremo alle donne e’ un progetto di formazione in agricoltura. Istruire sulle basi della coltivazione partendo dall’orto di casa per arrivare ad una produzione piu’ allargata in modo da consentire una autonomia (oggi le verdure vengono importate).
Tutto qui viene importato e tutti sfruttano questa gente.
Altri corsi di formazione verranno proposti:
- corsi in nursering (qua non esistono infermiere). Siamo stati all’ospedale di Halabja e non ho parole per descrivere quello che ho visto.
Una bellissima bambina di 8 anni che sta morendo di talassemia. Basterebbe un nulla per salvarla, basterebbe portarla a Sulaymanyiah, basterebbe una trasfusione ma qui siamo a livelli di abbozzo rudimentale di ospedale. I padiglioni di neonatologia e pediatria sono due stanze costruite nel giardino con due posti letto ciascuna e dotate di bagni fatiscenti. Non ci sono infermieri sebbene esista un corso universitario di nursering ma qui vige la mentalita’ che l’infermiera e’ un mestiere per “poco di buono” oppure per figlie di famiglie molto povere… come da noi nel ‘600 quando l’assistenza nei lazzaretti era fatta da parenti e prostitute che redimevano cosi’ il loro passato peccaminoso. Anche qui sono i parenti ad assistere i malati.
Farmaci? Pochi.
Ho preso il nome di questa bambina. Si chiama Fatima, vorrei potere fare qualche cosa per lei: la madre ci ha inseguiti disperata perche’ sta li’ seduta ad assistere impotente alla fine della sua figliola e nessuno puo’ fare nulla per aiutarla.
Qua la sanita’ e’ tutta privata e costa tanto, con 3000 euro si salverebbe…

17-3-2010 ore 07.30: Da Fulgida Barattoni

Ora vi racconto una storia
16 marzo 1988 la strage ad Halabja.
I primi giornalisti che accorsero ed ebbero occasione di precipitarsi trovarono l’inimmaginabile, strade cosparse di corpi, bambini, donne, vecchi, anche gli animali, TUTTI MORTI
Una donna iraniana inorridita cammina fra questi morti, sente un lamento, sposta il corpo di una giovane donna e trova un bambino di 40 giorni che piange.
Un miracolo, lo prende, lo lava, lo avvolge e lo porta con se in Iran.
Oggi quel bambino e’ cresciuto, si chiama Ali’,  e quella donna gli racconta la sua storia, lui chiede di tornare di tornare a visitare Halabja.
Nel monumento fra i tanti nomi che vede impressi sulle pareti dei morti di quel 16 marzo 1988 vede anche il suo.
Esulta, chiama il direttore, dice “io sono vivo”.
Vengono chiamati i parenti viene fatto l’esame del DNA, il nome di quel ragazzo sulle pareti del monumento dedicato ai caduti di Halabja viene cerchiato di verde.
Ali’ oggi in questo giorno di commemorazione rappresenta la speranza, la vita che continua, e che ritorna alle sue radici.
Ali’ trascorre diverso tempo con noi, racconta la sua storia, ci abbracciamo.

16-3-2010 ore 13.00: Alle celebrazioni a Halabja. Da Fulgida Barattoni.

Il rapporto con la sicurezza e’ di 3 soldati per ognuno di noi e il ristorante dove c’era anche il primo ministro del Kurdistan era totalmente blindato dai corpi  speciali.
Ho dato lettura del messaggio inviato da Sua Eccellenza Giorgio Napolitano alla platea di personalità e cittadini convenuti per la cerimonia.
“Buon giorno. Saluto tutti i partigiani, oggi Dio e’ con noi. E’ un onore per me darvi lettura del messaggio che il presidente della Repubblica d’Italia vi ha voluto mandare per partecipare con voi a questa giornata di commemorazione…”
Il messaggio è stato letto da Fulgida in kurdo.

16-3-2010 ore 14.00: Dal sindaco di Lugo Raffaele Cortesi.

“Giovedì 18 marzo p.v. alle ore 20,45, nel corso della seduta del Consiglio Comunale, osserveremo un minuto di silenzio a ricordo della strage dei Kurdi avvenuta il 16 marzo 1988 ad Halabja, come promesso a Shanaz Ibrahim Ahmed il 6 luglio dell’anno scorso, durante la sua visita a Lugo.”

16-3-2010 ore 14.40: da Fulgida Barattoni

Gentile Presidente,
e’ con immensa emozione e grande onore che quest’oggi ho dato lettura del suo messaggio di partecipazione alla tragedia della citta di Halabja.
Tante le autorita’ convenute attorno al monumento ma ancora di piu’ i cittadini che affollavano il piazzale predisposto per la cerimonia.
Ogni anno e’ sempre una rinnovata emozione.
Tante le famiglie che mostrano ai convenuti le foto dei loro parenti che perirono in quel tragico giorno del 1988.
Le porto il ringraziamento di tutte le autorita’ per il suo messaggio e soprattutto le porto l’abbraccio delle donne e il canto dei bambini che con me, per gioco e anche per tenerli tranquilli nel corso della lunga cerimonia su un prato hanno intonato l’inno d’Italia.
Pur consapevole che le tragedie nel mondo sono tante, troppe, ogni essere umano viene chiamato a partecipare a quelle che piu’ direttamente sfiorano la sua esistenza.
Mi domandano per poterLa invitare il prossimo anno a partecipare a questa cerimonia del 16 marzo con quanto preavviso devono inviare il loro invito alla Sua Segreteria?
Grazie Presidente per essere stato con noi e con la Sua delegazione di Italiani in questo giorno.
Rispettosi Ossequi

Fulgida Barattoni