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7° giorno – Il ritorno ad Halabija

21 marzo 2010 Pubblicato da roberto

Consigliamo anche la lettura della nota finale, a cura di Fulgida Barattoni.

7 giorno – Il ritorno ad Halabija – Alessandro scende in campo – gli Italiani rapiscono il cuore dei curdi
Di Valerio Martorana

Sulaymanya (Iraq)- Di buon mattino ci rechiamo ad Halabija dove il sindaco Kdher Kareem ci ha invitato per l’inaugurazione di un parco giochi per bambini (durante il regime l’’unico gioco ammesso a piccoli e grandi era il silenzio). Il tempo è prezioso per la delegazione italiana ma non si riesce a partire mai puntuali, ci si lascia invadere dalla considerazione che hanno gli arabi del tempo: non una costante, bensì una variabile.
Arriva il bus governativo, questa volta sembra di avere un autista “tranquillo”. Alle 11 arrivamo ad Halabija presso il mausoleo, diventato ormai il nostro punto di incontro con i rappresentanti di ogni categoria della locale cittadina. Con noi c’è il Presidente internazionale di IPB, Tomas Magnusson; si decide di convocare una riunione per fare il punto della situazione e capire quali risultati sta ottenendo la delegazione.
dscf9904_1.jpgE’ stato messo in risalto da Fulgida Barattoni, nel corso del suo intervento, il ruolo importante avuto da Luciano Scambiato nella missione in Kurdistan mentre Salvatore Viola, consulente bancario, comunica ai presenti che è stato nuovamente convocato dal direttore generale della Banca Kurda (ciò vuol dire che l’analisi fatta e le proposte avanzate risultano essere interessanti per le autorità kurde). Il sindaco Vincenzo D’Asaro porta a conoscenza dei presenti che il sindaco di Halabija, Kdher Kareem, gli ha chiesto di gemellare la sua città con la città di Mazzarino, proposta che aprirà nuovi orizzonti di collaborazione tra le due comunità, con un unico obiettivo: “dobbiamo far conoscere all’Europa il genocidio del popolo kurdo. Nel mese di ottobre organizzeremo un importante convegno assieme al gruppo dei giornalisti che all’epoca del massacro giunsero sul posto per fotografare la violenza dell’uomo e descriverne la ferocia”.
Ramazan Ozturk, giornalista turco, ha assicurato la sua presenza e garantirà la mostra fotografica con delle immagini che disarmano la ferocia dell’uomo ancora una volta proteso a distruggere se stesso.

Tomas Magnusson è fiero dell’andamento della spedizione: “continuate su questa strada- sottolinea ai presenti- noi vi seguiremo. Dobbiamo costruire la pace attraverso la legalità e la cooperazione di qualità”.

dscf0041_1.jpgFinito il briefing mattutino, tutti alla volta del parco giochi offerto da un petroliere kurdo, Baran Gozal. E’ rientrato da Bagdad per donare ai figli della sua terra di origine un parco giochi. Sul volto dei bimbi di Halabija rispunta il sorriso, i grandi invece si fermano a guardare, il loro sguardo sembra essere sospeso nell’aria, con la mente ritornano ai terribili bombardamenti, al regime che privava loro di qualsiasi cosa ed assicurava solo miseria e povertà ad un popolo, quello kurdo, che detiene il 40% della produzione del petrolio nazionale.
Si va a pranzare a casa di un privato che ci ha invitato e subito dopo al campo sportivo dove si terrà un match tra la squadra degli uomini-attori contro le donne kurde (rivoluzionario in questi territori un incontro del genere, a sottolineare il fatto che qui vogliono guardare avanti senza più girarsi indietro, tenendo conto di un passato che ha lasciato loro una ferita aperta).
Arriva la delegazione italiana, ci accoglie un lungo applauso. Anche qui siamo famosi soprattutto per i nostri giocatori di calcio della nazionale. Cominciamo ad assistere alla partita, tifiamo per le donne, ma bisogna fare di più. L’imprenditore Alessandro Gaio, dopo un consulto con il suo preparatore tecnico Renato D’Alessandra (il secondo imprenditore della delegazione) decide di scendere in campo. Le sue prime mosse in campo non ci lasciano contenti, la tifoseria kurda esclama, verso la direzione di Alessandro: “buttati”. Qualcuno si è infiltrato in mezzo a loro ed ha suggerito dei proclami errati ma Alessandro non demorde, attacca, corre, gira su se stesso con un risultato deludente: donne 1 uomini 6. A loro non resta che leccare le ferite soprattutto durante il gioco quando si chiede l’intervento del medico: triangolo in campo, martello e scalpello per “rianimare” il giocatore. Finisce l’incontro, premiazione, balli, è festa. Tutti in campo per festeggiare il cambiamento, the change: Alessandro diventa un mito per loro, tutti vogliono la foto con lui.
Andrea Misuri ed un kurdo si divertono a ricordare le formazioni dellle squadre italiane; il kurdo mostra il pollice giù per la Fiorentina; pollice in su per Palermo e Milan. Noi approviamo.
Fulgida si unisce alle giovani donne kurde nel ballo, dai microfoni si udisce la voce: “IPB italia”. È un tripudio.

Alessandro vuol dire qualcosa, chiede il microfono: “ Grazie Kurdistan, siete un popolo fantastico, noi vogliamo e lottiamo per la libertà”. Applausi, si cementifica e si solidifica il rapporto tra la comunità di Halabija e gli italiani, lo capisci dai loro sorrisi. E’ stata una grande festa, un piccolo gesto, quello di Alessandro, che ha permesso di andare oltre il lavoro diplomatico portato avanti dalla spedizione.

Ritorniamo a Sulaymaniya con il bus governativo. Il viaggio prosegue secondo i piani quando il sonno della delegazione viene interrotto da una brusca frenata: “è finita la benzina”. Tra lo stupore dei presenti, si decide di scender giù, vengono allertate le autorità locali, arriva il sindaco eletto di Halabija con la sua scorta, ma della benzina non c’è traccia. Seguo l’autista governativo, ci abbandona, qualcuno esclama “sta scappando”. Invece capiamo che ha chiesto un passaggio per andare a prendere la benzina. Ritorna dopo mezz’ora con un bidone di benzina ma non ha l’imbuto. Tra di noi si commenta: “qui qualcuno porta sfiga”. Si riesce a trovare una bottiglietta di plastica che si trasforma in imbuto. Ok, tutti a bordo per ripartire, ci aspetta il direttore generale di Kurdisat per l’intervista con Kdher Kareem.
Arriviamo, dopo tante peripezie, a Kurdisat; i nostri rappresentanti consegnano al direttore generale i doni delle loro città con una sola parola d’ordine: “collaborare per costruire il nuovo kurdistan”.

Nota (di Fulgida Barattoni):

E’ importante sottolineare che nella riunione avuta al mausoleo fra tutti i componenti della delegazione si è cercato di sintetizzare, riunificare e convogliare tutte le iniziative, azioni, progetti messi in campo sotto l’ombrello dell’IPB che Tomas Magnusson con la sua presenza rappresentava.
Salvatore Vella ha giocato un importante ruolo di mediazione fra le varie differenti istanze, sindaci-imprenditori-membri di ipb dove Luciano per la asseverata esperienza su questo territorio si muove molto da libero battitore.
Tomas ha sintetizzato e chiuso la riunione dando piena fiducia e approvazione all’operato della leadership di IPB-Italia in questa missione e riconferma che IPB-Italia e’ parte di IPB di Ginevra pertanto in nostri futuri rapporti saranno sempre piu’ osmotici e ravvicinati.

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Da Halabja. Comunicato del 19 marzo

19 marzo 2010 Pubblicato da roberto

dscf9666_1.jpgHalabija – Di buon mattino la delegazione è pronta per recarsi ad Halabija con il presidente internazionale di Ipb, Tomas Magnusson. Arrivano con le jeep il sindaco di Halabija, Kheder Kareem ed un autista governativo. Il gruppo si divide: otto vanno al mausoleo e la restante parte comincia gli incontri commerciali a Sulaymaniya.
Piove sabbia, a bordo delle jeep è sempre un’avventura; qui hanno un codice stradale tutto loro. Il pieno della benzina? Lo si fa per strada, dal piccolo botteghino che vende la benzina su dei contenitori da 30 litri cadauno. Ma come, l’iraq è tra i primi paesi produttore di petrolio al mondo e non ha la benzina? Si, perché non ci sono le raffinerie (stanno cominciando a costruirle).Arriviamo intorno a mezzogiorno al mausoleo dei Martiri di Halabija; ci stringiamo tutti attorno alla bandiera kurda per recitare, nella patria del musulmani, un “Padre Nostro”, stringendoci la mano. In fondo tutti questi popoli hanno solo un Dio, il Dio dell’amore che dall’uomo, più volte, è stato interpretrato come Dio della guerra, volutamente per il “business”.Visitiamo il museo, vedere qui piccoli corpicini distesi per terra fa rabbrividire; vedere tante vite distrutte dalle armi chimiche ti “disarma”. Inevitabilmente in quei luoghi cala il silenzio, perché non si può dimenticare.Il mausoleo è continua meta di pellegrinaggio del popolo kurdo; alle 14 arrivano delle donne che vogliono farci vedere la loro azienda. Prendiamo delle auto e ci rechiamo nei loro uffici. “La donna comincia ad uscire fuori di casa – ci raccontano- ma deve lavorare. Noi ci occupiamo della formazione, tramite il taglio e cucito e il settore dell’abbigliamento, ma c’è ancora tanto da fare”.

Finito l’incontro, ci chiamano da Sulaymaniya;  il viceministro all’economia e finanze, Dishad Othman Fathola, ci riceve alle 15.30. Si parte subito, a bordo delle jeep. Arriviamo con un pò di ritardo, ci accolgono. Inizia il primo incontro tra le autorità dl governo ed i nostri imprenditori. Un dato emerge: hanno voglia di far rinascere il loro paese, di ricostruirlo, di chiudere quella ferita aperta che è stata per loro il regime di Saddam Hussein che ha provocato solo miseria e povertà. Due ore fitte di discussione insieme al direttore generale della banca kurda, Ali Mohamed Abdulah. “Puntate sulla formazione ed investite negli studi economici” è l’esortazione di Salvatore Viola, consulente bancario.

Il sindaco di Mazzarino Vincenzo D’Asaro, dal suo canto, comincia a portare dei buoni frutti per la sua città. Khder Kareem, sindaco di Halabija, comunica ufficialmente di voler gemellare il suo popolo con la città di Mazzarino.
“E’ con gioia che il mio fratello Kareem mi comunica questa importante decisione che porterò al vaglio della giunta e del consiglio comunale della città. Ci saranno dei punti operativi di questo gemellaggio che senz’altro ci aiuteranno a guardare avanti con ottimismo”.

Valerio Martorana (addetto stampa del Comune di Mazzarino)

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Da Sulaimaniya. Comunicato del 17 marzo

18 marzo 2010 Pubblicato da roberto

Sulaymaniya  (Iraq)–  Altra giornata intensa e ricca di appuntamenti quella che ha avuto ieri la delegazione italiana dell’International Peace Bureau, guidata dalla presidente Fulgida Barattoni e composta da Vincenzo D’Asaro, sindaco di Mazzarino; Susanna Agostini, presidente della commissione pace, solidarietà e relazioni internazionali del comune di Firenze; Salvaltore Vella, consulente bancario;  Andrea Misuri, Ipb Italia; Massimo Viola, federazione commercio nel mediterraneo; Maria Pia Indelicato, segretario generale Ipb Italia; Alessandro Gaio, imprenditore; Luciano Scambiato, membro di Ipb, ambasciatore dell’Università Giovanni Paolo I e consulente per i rapporti internazionali del sindaco Vincenzo D’Asaro; Valerio Martorana, giornalista.
Nella prima mattinata la delegazione si è recata ad Halabija presso il mausoleo dei martiri dove ha incontrato l’attore-regista kurdo Hama Ali Khan e subito dopo si è raccolta in preghiera all’interno del mausoleo dei martiri, continua meta di pelegrinaggio da parte del popolo kurdo che rende omaggio ai propri familiari uccisi per mano del regime di Saddam Hussein attraverso l’utilizzo delle armi chimiche.
Subito dopo si è svolta nella sala delle cerimonie una premiazione dei giornalisti internazionali che hanno reso noto, attraverso il loro lavoro e le “immagini”, l’eccidio di Halabija lo scorso 18 marzo 1988.
Tra i giornalisti vi era Ramazan Ozturk, le cui foto hanno fatto il giro del mondo ed in particolare quella che ritrae una madre uccisa che protegge il proprio figlio, anche dopo la morte. La crudeltà e la durezza di tali foto hanno portato molte persone ad interrogarsi sul perché di una barbarie così profonda nei confronti del genere umano. Oltre al giornalista turco Ramazan è stato premiato, alla presenza del sindaco Kdher Karem e del segretario del partito, Stefan Hjerten, giornalista svedese della TTSwedish News Agency  l’avvocato Jon Rud.
“In primo grado – ha affermato l’avv. Jon Rud- il tribunale ha sentenziato contro Saddam Hussein ed il suo regime di aver commesso “”crimini contro l’umanità” ma la Cassazione ha emesso il giusto verdetto voluto dalla comunità internazionale: genocidio. Questo è quello che hanno fatto al popolo Kurdo, genocidio”.
Subito dopo la cerimonia la delegazione è stata ricevuta presso l’abitazione del sindaco Khder Kareem. Fulgida Barattoni ha esortato il sindaco Kareem a concretizzare la cooperazione tra i due paesi.
In serata, infine, è arrivato il presidente internazionale dell’Ipb, Tomas Magnusson.

Valerio Martorana (addetto stampa del Comune di Mazzarino)

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Cronaca della cerimonia di ieri

17 marzo 2010 Pubblicato da roberto

Dalla delegazione in Kurdistan, a firma Valerio Martorana (addetto stampa del comune di Mazzarino)

COMUNICATO STAMPA

Mazzarino  –  E’ stato ricordato ieri martedì mattina l’eccidio di Halabija del 1988 attraverso un’apposita cerimonia che si è svolta nella cittadina del Kurdistan iracheno presso il mausoleo dei martiri e che ha visto il sindaco Vincenzo D’Asaro, insieme a Susanna Agostini, in rappresentanza del comune di Firenze, e Fulgida Barattoni, presidente dell’International Peace Bureau Italia, portare il saluto ai presenti leggendo un telegramma del Presidente della Repubblica Italiana, Giorgio Napolitano.

“Desidero far pervenire il mio cordiale saluto all’organizzazione “Mayors for peace” in occasione della commemorazione del bombardamento di Halabija che il 16 marzo 1988 provocò la morte di migliaia di cittadini inermi nella regione del Kurdistan iracheno. Il ricordo di quell’eccidio richiama la comunità internazionale ad un ulteriore impegno collettivo per la pace, per la messa al bando delle armi di distruzione di massa. L’Italia – ha scritto il Presidente Napolitano – è in prima fila nel contribuire alla ricerca di soluzioni che garantiscano la sicurezza e la stabilità in Iraq e nell’intera regione. L’elevata affluenza alle urne registrata nei giorni scorsi nel paese costituisce peratro un segnale incoraggiante circa la determinazione del popolo iracheno per l’affermazione della democrazia, dei diritti umani e del progresso della nazione. E’ con questi sentimenti- ha concluso Napolitano- che desidero esprimere il mio più sentito apprezzamento per l’impegno dell’organizzazione “Mayors for peace” e formulo i migliori auspici per il pieno successo questa iniziativa”.

“E’ stato davvero emozionante – ha affermato il sindaco Vincenzo D’Asaro- partecipare ad un evento così importante, vedere tutti quei familiari delle vittime con le foto dei loro figli uccisi dalle armi chimiche utilizzate da Saddam Hussein. Qui c’è una natura distrutta, un popolo da ricostruire attraverso dei giusti processi di democraticizzazione. La gente del luogo ti saluta con il sorriso, ha voglia di vivere, di ricominciare”.

Subito dopo la cerimonia la delegazione italiana si è recata presso il cimitero di Halabija per deporre una corona di fiori. Ha fatto seguito un pranzo con il Primo Ministro Kurdo e con il Ministro dei Martiri: “ho invitato queste due alte personalità politiche del paese a visitare la nostra terra di Sicilia e la mia città, Mazzarino, che lo scorso novembre si è proclamata ufficialmente città della pace”.

Nota: Oggi la delegazione incontrerà i giornalisti che nel 1988 furono testimoni degli effetti devastanti della strage.

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Verso Halabja. Cronache e riflessioni

16 marzo 2010 Pubblicato da roberto

Direttamente da Fulgida Barattoni, riceviamo queste note. Che sono, insieme, schizzi di cronaca e riflessioni su quanto umanamente è possibile trovare e costruire, fuori dagli schemi soliti delle notizie che usualmente arrivano dai media.

Stiamo andando a Halabja sotto scorta. Qua è tutto tranquillo, l’Iraq galleggia nell’attesa dell’esito delle elezioni alle quali quest’anno hanno partecipato in massa anche gli Shiiti che l’altra volta si astennero in segno di protesta. Si configura un governo di coalizione dove i riformisti sono molto forti.

Tutti convengono comunque che il passato Presidente Talabani ha rappresentato un momento di unità del Paese molto forte anche se a quasi egemonia curda. Oggi darò lettura dei messaggi del Presidente Napolitano, l’ambasciatore Melani e il Presidente IPB di Ginevra Tomas Magnusson.

Ieri sera siamo stati invitati a cena, a casa di Aso che è un amico di Forlì che sempre ci aiuta quando abbiamo bisogno di traduttori dal kurdo.
Caro Aso, ci hai regalato una serata magica dove persone che un’ora prima nemmeno si conoscevano, senza parlare la stessa lingua, di culture e religioni differenti, per un magico volere divino si sono sentiti tutti insieme FAMiGLIA. Con le donne abbiamo scambiato vestiti, orecchini, bracciali e piccoli monili, così tanto semplicemente come fossimo sorelle, zie, parenti. Una serata magica, nella quale Allah, Dio, il Signore degli uomini era con noi ed esultava di questa fratellanza tra i suoi figli.

C’è una sicurezza da far paura: ogni 100 metri militari con mitra e camionette armate. Lungo la strada, ragazzi con le bandiere del Kurdistan ci salutano e ricordano a tutti che siamo fra un popolo che dal loro dolore e sofferenza vogliono ripartire in pace.
Dai morti di Halabja IPB è con loro per costruire azioni concrete di pace. A maggio 20 studenti arriveranno in Italia, in Sicilia dalla nostra Socia Mariapia Indelicato a fare alta formazione.
E nella città di Mazzarino partirà una nuova mostra, su Halabja e le stragi dell’Anfal.

Nota: molte immagini sono presenti nel sito del Comune di Mazzarino.

Guarda le immagini!

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