Nel mondo - IPB-ITALIA - Associazione per la pace, il disarmo, la soluzione nonviolenta dei conflitti

IPB-ITALIA

Associazione per la pace, il disarmo, la soluzione nonviolenta dei conflitti

Nuovo aspetto del sito e maggiore fruibilità dei contenuti!
Segnalate comunque eventuali malfunzionamenti. Grazie!

Volete tenervi aggiornati sulle ultime novità? Seguiteci su Twitter!


Archivio della categoria 'Nel mondo'

A Hiroshima la conferenza internazionale contro l’uranio impoverito

2 agosto 2006 Pubblicato da roberto

ICBUW (Coalizione Internazionale per la messa al bando dell’Uranio Impoverito) ha organizzato la sua terza conferenza annuale a Hiroshima, Giappone, dal 3 al 6 agosto 2006.

Circa 40 invitati dall’estero, incluse vittime, veterani, scienziati e giornalisti, e almeno 150 persone dal Giappone si incontrano in Hiroshima.
Il nostro obiettivo e’ quello di evidenziare la natura urgente e globale del pericolo posto dall’uso di armi all’Uranio Impoverito, e unire le nostre voci per chiedere delle misure immediate per aiutare le vittime e abolire le armi all’Uranio Impoverito.

Il programma finale della conferenza e’ allegato qui di seguito (“Leggi tutto”).

Dal 3 Agosto un resoconto aggiornato in inglese sulla conferenza verra’ pubblicato sul sito http://www.nodu-hiroshima.org/en/ che vi invitiamo a visitare in modo da contribuire all’avanzamento di questa campagna.

Nobuo Kazashi (Direttore del comitato organizzatore - ICBUW Hiroshima)
Haruko Moritaki (Direttore esecutivo comitato organizzatore - ICBUW Hiroshima)
Katsumi Furitsu (membro del direttivo ICBUW)

Per contatti:
NO DU Hiroshima Project email: info@nodu-hiroshima.org
CADU email: office@cadu.org.uk

*******

Terza Conferenza Internazionale ICBUW
Hiroshima, 3-6 Agosto 2006

Chiediamo a gran voce, insieme alle vittime, l’abolizione delle armi all’Uranio Impoverito

== 3 Agosto ==

Sessione Plenaria (Hiroshima International Conference Center)

9:30-12:00 Apertura
“Lo sviluppo della campagne internazionale: da Berlaar a Hiroshima: da Hiroshima a tutto il mondo”

ICBUW fu fondato nell’ottobre 2003. Durante questa sessione verranno presentate le attivita’ svolte finora e si chiariranno gli obiettivi e il significato della campagna per un trattato che metta effettivamente al bando le armi all’Uranio Impoverito. Questa sessione introdurra’ anche i temi che verranno affrontati durante la Conferenza di Hiroshima come conseguenza dei progressi ottenuti in Belgio verso l’approvazione nazionale di una legge di messa al bando delle armi all’Uranio Impoverito.

Moderatori: Haruko Moritaki, Francesco Iannuzzelli

Relatori di ICBUW:
(1) Tara Thornton & Doug Weir, ICBUW: da Berlaar a Hiroshima
(2) Manfred Mohr: Armi all’Uranio Impoverito: problematiche e aspetti politici e legali
(3) Ria Verjauw: La situazione in Belgio per quanto riguarda la messa al bando delle armi all’uranio
(4) Nobuo Kazashi: L’obiettivo della conferenza di Hiroshima: le armi all’Uranio Impoverito come il “nucleare ombra”

Discorsi introduttivi
Introduzione, Furitsu Katsumi
Rosalie Bertell, Uranio Impoverito e la Sindrome del Golfo

Discorso di benvenuto da parte di Tadatoshi Akiba (Sindaco di Hiroshima)

13:00-15:40 Sessione 1 - Il danno: Iraq

Durante la Guerra del Golfo del 1991, le forze armate della coalizione guidata dagli Stati Uniti spararono piu’ di 300 tonnellate di Uranio Impoverito nell’Iraq meridionale, dove in seguito si e’ riscontrato un drammatico aumento di tumori, leucemie e difetti congeniti.
Durante la piu’ recente guerra contro l’Iraq, si stima che armi all’Uranio Impoverito siano state usate in quantita’ maggiori rispetto al 1991, per di piu’ in aree urbane. Si prevede quindi un impatto ancor piu’ grave sulla popolazione. Ascolteremo i rapporti presentati da alcuni dottori e scienziati iracheni che da molti anni osservano gli effetti dell’Uranio Impoverito e della contaminazione ambientale.

Moderatori: Mitsuo Okamoto, Nobuo Kazashi
Relatori:
(1) Jawad Al-Ali, Studio epidemiologico nell’Iraq meridionale
(2) Souad Al-Azzawi, Una panoramica sulla contaminazione radioattiva da Uranio Impoverito in Iraq
(3) Khajak Vartanian, Studio sull’inquinamento radioattivo da Uranio Impoverito a Bassora
(4) Takashi Morizumi: Fotografie

16:00-18:45 Session 2 - Il danno: USA

Molte vittime dell’Uranio Impoverito vivono negli Stati Uniti.
Alcuni sono soldati che hanno prestato servizio nella Guerra del Golfo o nella recente guerra contro l’Iraq, mentre altri hanno vissuto vicino a poligoni di tiro o fabbriche di produzione di armi all’Uranio Impoverito.
Veterani e attivisti presenteranno il danno provocato dall’Uranio Impoverito all’interno degli Stati Uniti cosi’ come i depistaggi e le menzogne contenute nei rapporti ufficiali del governo statunitense e delle forze armate.

Moderatori: Tara Thornton, Steve Leeper
Relatori:
(1) Dennis Kyne (veterano della Guerra del Golfo)
(2) Harbert Reed (veterano della guerra contro l’Iraq)
(3) Naomi Toyoda: Fotografie
(4) Gretel Munroe, Vari aspetti del problema dell’Uranio Impoverito negli Stati Uniti
(5) Damacio Lopez, La violazione del diritto all’assistenza medica (in riferimento ai problemi in prossimita’ dei poligoni di tiro)

== 4 Agosto ==

Sessione Plenaria

9:00-11:45  Sessione 3 - Aspetti scientifici

L’Uranio Impoverito e’ radiologicamente e chimicamente tossico.
Presentazioni di diverse discipline scientifiche ci aiuteranno a comprendere gli effetti sull’ambiente e sulla salute umana da parte delle micro-particelle di Uranio Impoverito. Le basi scientifiche per la richiesta della messa al bando verranno discusse e si affronteranno anche le problematiche relative all’analisi ambientali e biologiche delll’Uranio Impoverito, aspetto fondamentale per la campagna internazionale.

Moderatori: Katsumi Furitsu, Doug Weir
Relatori:
(1) Keith Baverstock, L’Uranio Impoverito e’ pericoloso per la salute pubblica?
(2) Heike Schroeder, Analisi dell’aberrazione cromosomica nei linfociti periferici di veterani della Guerra del Golfo e nei Balcani: i risultati di una ricerca impegnativa
(3) Maria A. Gatti, Stefano Montanari, Inquinamento bellico e nanopatologie umani e animali
(4) Thomas Fasy, Analisi dell’esposizione a Uranio Impoverito

13:00-15:45 Sessione 4 - Il danno: Europa

In Europa l’Uranio Impoverito viene sospettato di essere la causa sia della Sindrome del Golfo che della Sindrome dei Balcani.
Aumenti significativi in malattie gravi e tumori sono stati riscontrati tra i residenti nei Balcani che hanno subito i bombardamenti cosi’ come tra i veterani che hanno prestato servizio in quelle zone.
In Italia, le responsabilita’ dei militari e del governo sono state denunciate sia nei tribunali che in Parlamento. Il governo ha sempre risposto che “le armi all’Uranio Impoverito sono perfettamente sicure”. In questa sessione getteremo luce sulla realta’ europea, un aspetto poco noto in Giappone.

Moderatori: Ria Verjauw, Francesco Iannuzelli
Relatori:
(1) Ray Bristow (Inghilterra: veterano della Guerra del Golfo)
(2) Stefania Divertito (Italia: giornalista)
(3) Filippo Montaperto (Italia: veterano),
Uranio Impoverito: Le armi che uccidono…nel passato, nel presente e nel futuro.
(4) Hiroshima Home TV, Documentario sui danni dell’Uranio Impoverito nella Ex-Jugoslavia
(5) Stop! Depleted Uranium Campaign, Rapporto sugli effetti dell’Uranio Impoverito in Jugoslavia

16:15-19:00 Sessione 5 - La Campagna Internazionale Regione Asiatica (Corea, Giappone, Australia)

Verranno presentate numerose iniziative sull’Uranio Impoverito e le attivita’ della campagna internazionale. Il problema delle armi all’Uranio Impoverito in Asia e’ direttamente correlato al problema delle basi militari statunitensi. In Corea, Giappone e Australia, dove gli Stati Uniti sono presenti con numerose basi, l’Uranio Impoverito rappresenta un problema estremamente attuale. Anche la nostra responsabilita’ nelle guerre in cui queste armi vengono utilizzate e’ un aspetto da prendere in considerazione.

Moderatori: Alyn Ware, Toshiyuki Tanaka
Relatori
(1) Si Woo, Lee (Corea del Sud):
3 milioni di munizioni all’Uranio Impoverito sono immagazzinate in Corea e ad Okinawa
(2) NO DU Citizens’ Network (Giappone):
Rapporti tra la campagna e il Ministero degli Esteri
(3) Haruko Moritaki, NO DU Hiroshima Project (Giappone):
Viaggio in Iraq alla ricerca dei danni dell’Uranio Impoverito
(4) David Bradbury (Regista di “Blowin’ in the Wind”, Australia)

== 5 Agosto ==

10:00-12:00
Sessione Speciale
Incontro con alcuni Hibakusha (sopravvissuti alla bomba atomica)

Poco prima dell’inizio della guerra in Iraq, alcuni medici iracheni visitarono il Giappone, e Hiroshima in particolare, per parlare sul danno provocato dalle armi all’Uranio Impoverito. Questi incontri nacquero dal fatto che secondo gli iracheni i problemi riscontrati avevano una natura radiologica, e ad Hiroshima avrebbero trovato comprensione e supporto.
Questa sessione si occupa dell’interazione e della solidarieta’ tra gli Hibakusha della bomba atomica e gli Hibakusha dell’Uranio Impoverito, uniti da un problema di “esposizione interna”.

Moderatore: Yoshie Funahashi
Relatori: Keijiro Matsushima, Rikito Watanabe, Hiroshi MARUYA, Akihiro
Takahashi, e altri

13:30-15:30 Sessione 6 - Verso la messa al bando

Dopo aver visto i problemi e gli approcci in diversi paesi verso le armi all’Uranio Impoverito, prenderemo in considerazione quali misure concrete si possono realizzare in vista di un trattato che metta al bando definitivamente queste armi. Rafforzeremo anche la nostra rete di attivisti ed esperti presentando un visione chiara della campagna internazionale.

Moderatori: Nobuo Kazashi, Tara Thornton, Manfred Mohr
Relatori: ICBUW, UWBAN, e altri

13:30-15:30 Sessione 7 - Discussione scientifica tra medici ed esperti

Gli scienziati non hanno ancora esplorato tutti i possibili effetti dell’Uranio Impoverito sulla salute, sull’ambiente e sull’ecosistema.
Molti aspetti scientifici rimangono tuttora controversi. Affronteremo insieme queste domande per aprire nuovi percorsi di ricerca e anche per discutere di come condividere e utilizzare i risultati scientifici all’interno della campagna di ICBUW.

Moderatori: Katsumi Furitsu, Keith Baverstock
Relatori: Katsuma Yagasaki, Eisuke Matsui, e altri

16:00-18:00 Sessione 8 - Il sostegno alle vittime

Il sostegno alle vittime e l’avanzamento della campagna in solidarieta’ con coloro che soffrono gli effetti dell’Uranio Impoverito sono aspetti fondamentali per la campagna.
Ascolteremo le relazioni di alcune ONG che hanno lavorato per fornire supporto medico al popolo iracheno (medicine e apparecchiature mediche, training, ecc) e discuteremo quali ulteriori passi affrontare per sostenere le vittime nei paesi colpiti. Parleremo anche del progetto sostenuto da ICBUW per uno studio epidemiologico, gia’ iniziato insieme a medici iracheni in Bassora in cooperazione con IPPNW-Germania, e del “Progetto Denti di Bambini Iracheni”, lanciato da medici statunitensi, britannici e iracheni. Discuteremo anche di come sostenere le richieste dei veterani di cure mediche e di risarcimenti dal governo.

Moderatori: Maki Sato, Gretel Munroe
Relatori: Jawad Al-Ali, Thomas Fasy, Toshi Inoshita & Maki Sato (JIM-NET),
Nahoko Takato (Iraq Hope Net)

== 6 Agosto ==

7-30 - 8.30: Cerimonia presso il Peace Memorial di Hiroshima

13:30-15:30 Sessione di chiusura

Appello finale di ICBUW

Partecipanti:
Nassrine Azimi, Direttore della sezione Asia- Pacifico di UNITAR
(Dipartimento delle Nazioni Unite per la Formazione e la Ricerca), Shuntaro Hida (medico, coautore de “La paura della radiazione interna”), “Peace Boat” e altri

19:00 Cerimonia conclusiva
Lanterne sul fiume di Hiroshima in memoria delle vittime della armi atomiche

Nota: Traduzione dall’inglese di Francesco Iannuzzelli per PeaceLink;
per contatti su quanto si svolge a Hiroshima in questi giorni, scrivere a
francesco@peacelink.org

Categorie: Nel mondo | Tags: , , , | Nessun Commento »

“La fuga dei senza patria”, un nuovo servizio da Rainews24

12 luglio 2006 Pubblicato da roberto

Riportiamo la notizia di un nuovo servizio da RAINEWS24, sempre dall’Iraq ma qualcosa di insolito (o meglio: quanti media ne hanno finora parlato?).
Si tratta di una sorta di “pulizia etnica” che passa sotto silenzio - a meno che cronisti coraggiosi ne diffondano al mondo la sua esistenza.

Sì, perché l’uccisione mirata dei palestinesi continua in Iraq, anche dopo la caduta di Saddam Hussein…

Rainews24. L’inchiesta “La fuga dei senza patria”

In Iraq continua nel silenzio l’uccisione mirata dei palestinesi dopo la caduta di Saddam Hussein. Misteriose uccisioni messe in atto da squadroni della morte mai visti prima in Iraq. Uccisi solo perchè palestinesi.

Su Rainews24 l’inchiesta “La fuga dei senza patria” di Flaviano Masella a cura di Maurizio Torrealta, denuncia, attraverso numerose testimonianze l’ intollerabile situazione in cui si trovano le centinaia di persone che cercano di sfuggire ad un massacro simile alle grandi pulizie etniche del secolo scorso.

L’inchiesta andrà in onda giovedì 13 luglio alle ore 7.40 in chiaro anche su Raitre.

Le interviste sono state realizzate in Giordania nel campo profughi di Ruwayshed collocato in una zona desertica lungo la strada che collega Amman a Bagdad.

Il campo profughi, gestito dall’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, ospita centinaia di palestinesi in una tendopoli dove d’estate la temperatura raggiunge i 50 gradi e d’inverno scende a zero.

Donne, uomini, bambini e anziani bloccati nel campo in un’attesa infinita di un ritorno alla vita normale.

L’inchiesta “La fuga dei senza patria” andrà in onda giovedì 13 luglio alle ore 7.40 e alle 13.12 - venerdì 14 alle ore 11.42 - sabato 15 alle ore 13.42 e 18.12 - domenica 16 alle ore 5.12 e 9.12 - lunedi 17 alle ore 23.12. Sarà inoltre visibile sul sito internet www.rainews24.it

Rainews 24. Report : “The displaced people take flight”

After the fall of Saddam Hussein, in Iraq the targeted killing of Palestinians covertly still goes on, carried on by previously unseen death squads. People are killed just because they are Palestinians.

The Rainews 24 report “The displaced people take flight”, by Flaviano Masella edited by Maurizio Torrealta reveals the unbearable situation of hundreds of people with many interviews. They are trying to run away from a massacre that looks like last century’s ethnic cleansings.

The report will be broadcast on Thursday July 13th at 7.40 a.m. on Rainews 24 and on Rai Tre.

The interviews were made in Jordan in Ruwayshed refugee camp, which is located in a desert along the way that connects Amman and Baghdad.

The camp is run by the UN High Commissioner for Refugees and hosts hundreds of Palestinians. They live in tents: in summer temperature can reach 50 degrees and in winter 0 degrees.

Women, men, children and old people got stuck in this camp waiting endlessly to go back to their normal life.

The report “The displaced people take flight” will be broadcast on Thursday July 13th at 7.40 a.m. and at 1.12 p.m., on Friday at 11.42 a.m., on Saturday 15th at 1.42 p.m. and at 6.12 p.m., on Sunday 16th at 5.12 a.m. and 9.12 a.m. and on Monday 17th at 11.12 p.m. It will be on our web site as well: www.rainews24.it

Categorie: Nel mondo | Tags: , | Nessun Commento »

La questione curda non è più affare di Iran e Turchia

29 maggio 2006 Pubblicato da roberto

Pubblichiamo volentieri un nuovo articolo da Shorsh Sourme, giornalista curdo attento alle questioni riguardanti il suo popolo, il suo ideale di indipendenza, le repressioni tuttora operanti nei territori curdi della Turchia e dell’Iran.
Una questione sempre più attuale, soprattutto alla luce dell’autonomia realizzata nella regione del Kurdistan iracheno, che sperimenta finalmente un periodo di ricostruzione civile e politica e che può diventare seme fertile per la stessa democraticizzazione dell’Iraq.
Ricordo che il “sogno del Kurdistan” dopo le vicissitudini storiche che hanno portato quel territorio alla sua frammentazione, non è utopia ma è garantito dal principio di autodeterminazione dei popoli, norma giuridica del diritto internazionale a cui i singoli Stati non si potrebbero opporre.

La questione curda non è più affare di Iran e Turchia

di Shorsh Surme

In Turchia la questione curda è tornata prepotentemente alla ribalta, con le massicce rivolte popolari sia a Diyarbakir - che in curdo viene chiamata Amed - la capitale del Kurdistan, sia nelle altre città del Kurdistan della Turchia. E come sempre la reazione dell’esercito turco è stata una violenta repressione nei confronti delle masse curde che hanno sempre protestato per i loro diritti pacificamente.

Il governo di Recep Tayyip Erdogan e le istituzioni militari che stanno dietro di esso fingono di non vedere l’enorme cambiamento che ha avuto luogo nella regione e che fra l’altro ha portato il Kurdistan iracheno, dopo interminabili sofferenze, a godere dei propri diritti all’interno di una unione di tipo federale con gli Arabi iracheni.

Nel progetto di un Iraq moderno e democratico, nel quale ha investito l’intera comunità internazionale (con in testa gli Stati Uniti e la Gran Bretagna), i Curdi devono giocare un ruolo fondamentale, tanto più che è ben noto che la Turchia non è fra coloro che hanno scommesso su questo progetto, ed anzi è fra i suoi più accaniti oppositori.

La Turchia dovrebbe rinunciare a questo suo atteggiamento autoritario e repressivo nei confronti della popolazione curda, che potrebbe creare nuove tragedie. I Paesi come la Turchia e l’Iran devono sapere che la questione curda ha cessato di essere un affare interno dei Paesi dove vivono i Curdi.

La questione curda riguarda un popolo di più di 40 milioni di persone che vive su una terra storica che si estende per più di 500.000 km quadrati. Al terzo millennio, in base a quale logica questi Paesi continua a negare il diritto di un popolo come quello curdo così radicata nella storia e nella geografia della regione? Fino a quando si chiameranno tra di loro per mettersi d’accordo contro i Curdi?

Infatti, l’ultimo appello e’ stato lanciato dall’ambasciatore iraniano ad Ankara, Firuz Devletabadi, a Turchia e Siria affinché cooperino, insieme all’Iran, al fine di impedire la nascita di uno Stato curdo nella regione. Si tratta di un appello assolutamente miope che rivela una mentalità ristretta, che non comprende che i Curdi ormai non sono più le vittime predestinate delle politiche di questi Paesi.

I Curdi, soprattutto attraverso l’esperienza irachena, hanno dimostrato di essere invece un elemento di rinnovamento e di stabilità, ed essi sono i primi ad essere interessati alla democratizzazione della regione.

Categorie: Nel mondo | Tags: , , | Nessun Commento »

Halabja, una Hiroshima del Kurdistan dimenticata del mondo

27 marzo 2006 Pubblicato da roberto

di Shorsh Surme*
* giornalista curdo-iracheno

Volentieri pubblichiamo questo testo, che è in parte la trascrizione di quanto nel video cortometraggio è stato descritto riguardo la strage nella cittadina di Halabija.
Il video che è stato consegnato nelle mani del Sindaco di Halabija, al ministro dell’Università e alla biblioteca dell’Università di Suleymanya, è stato doppiato da una versione inizialmente in italiano che era stata prodotta per la mostra multimediale itinerante “La lunga ombra del sole di Hiroshima”. E’ importante e significativo questo intreccio tra le vicende drammatiche di Hiroshima, Nagasaki e Halabija, protagonisti ed epoche possono variare, ma gli effetti rimangono sempre gli stessi…

La popolazione curda oggi celebra il diciottesimo anniversario dal bombardamento con armi chimiche sulla città di Halabja, nel Kurdistan dell’Iraq, da parte del regime di Saddam. I morti furono 5000 mila e i feriti più di 100.000. Molti di questi sono stati abbattuti come animali dalle squadre di morte capeggiate dal criminale Ali “il chimico” cugino di Saddam per nascondere ogni traccia di questo massacro.

Il 16 marzo 1988 era un pomeriggio di primavera, la cittadina era quasi interamente coperta dal verde, quando i bombardieri iracheni invadono il cielo di Halabja, città di 70.000 abitanti della provincia di Suleymania nel Kurdistan iracheno, a pochi chilometri dalla frontiera iraniana.

Il giorno precedente, la città era caduta nelle mani dei partigiani
dell’Unione patriottica del Kurdistan (Upk) di Jalal Talabani. Abituata alle alterne offensive e controffensive nel conflitto Iraq-Iran che devastavano la regione dal settembre del 1980, la popolazione crede sulle prime che si tratti di una classica operazione di rappresaglia. Chi fa in tempo si mette al riparo in rifugi di fortuna. Gli altri sono sorpresi da bombe chimiche che, a ondate successive, Mirage e Mig iracheni gli rovesceranno addosso.

Un odore nauseante di mele imputridite riempie Halabja. Al calar della notte, le incursioni aeree cessano e comincia a piovere. Poiché le truppe irachene hanno distrutto la centrale elettrica, gli abitanti partono alla ricerca dei loro morti nel fango, alla luce delle torce. L’indomani, si trovano di fronte a uno spettacolo spaventoso: strade lastricate di cadaveri, persone sorprese dalla morte chimica nei loro gesti quotidiani: bambini tenuti per mano dal padre, neonati ancora attaccati al seno materno, gli anziani che cercavano di passare una giornata serena e i malati che speravano di guarire. In poche ore si sono avuti 5.000 morti di cui 3.200 verranno tumulati in una fossa comune perché nessuno ha potuto reclamarli: i familiari erano tutti morti.

Le immagini di questo massacro fanno il giro del mondo grazie a corrispondenti di guerra iraniani e la stampa internazionale che si reca sul posto e dà un certo spazio a questo avvenimento senza precedenti. Il fatto è che l’uso di armi chimiche è formalmente proibito dalla convenzione di Ginevra. Dal 1925 soltanto l’Italia di Mussolini ha infranto questo divieto nella guerra d’Abissinia. Ma stavolta è contro il suo stesso popolo che uno stato usa i gas chimici. Allora l’Occidente - che considerava Saddam un’alleato, ma soprattutto il paladino della libertà contro l’espansionismo Khomaynista nel Golfo Persico - si limitò a una timida protesta senza una condanna esplicita contro il regime dittatoriale iracheno.

La città di Halabja vive ancora con i terribili ricordi di quella tragedia, nel territorio della città non cresce più un filo di erba, le donne che erano state colpite con il gas non riescono avere più i figli e se possono averne nascono deformati. Ora, la speranza di migliaia dei parenti delle vittime di quella tragedia in particolare e del popolo curdo in generale è che i responsabili che per fortuna sono già dietro le sbarre possono essere processati e giudicati al più presto possibile per crimini che hanno commesso contro la popolazione civile.

E non dimentichiamo anche i mercanti di morte che hanno collaborato col regime per realizzare questa arma micidiale. Infatti, due mesi fa è stato condannato Frans van Anraat un Olandese di 65 anni, che la magistratura olandese ha definito come “uno dei più importanti intermediari del traffico d’armi e materiale bellico del Medio Oriente”. Van Anraat si era trasferito in Iraq dopo la prima guerra del Golfo dove, sempre secondo i magistrati olandesi, avrebbe svolto il ruolo di consulente per lo sviluppo delle armi chimiche del regime di Saddam. E’ stato riconosciuto colpevole di complicità in crimini di guerra ed è stato condannato dal tribunale dell’Aja a 15 anni di prigione.

Nota: Dalla redazione di www.panoramakurdo.it

Categorie: Nel mondo | Tags: , , , , , | Nessun Commento »

La candidatura di Jayantha Dhanapala a Segretario Generale delle Nazioni Unite

28 febbraio 2006 Pubblicato da roberto

Il mondo ha una meravigliosa opportunità. Dalla Home Page del sito dell’IPB di Ginevra, ecco arrivare una notizia significativa che ci riempie di gioia: Jayantha Dhanapala, presidente onorario dell’International Peace Bureau, è candidato a succedere a Kofi Annan nella carica di Segretario Generale delle Nazioni Unite.

Nell’augurare una vittoria cui il mondo sicuramente necessita, segnalo qui sotto alcuni link rimandando comunque il lettore alla Home Page di IPB.

Categorie: Associazione, Dalla Società Civile, Nel mondo | | Nessun Commento »