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Archivio della categoria 'Associazione'

Dal 6° Summit dei premi Nobel per la Pace

26 novembre 2005 Pubblicato da roberto

Anche Danilo Raveggi, nostro socio e membro del gruppo “Assokipling” di Firenze, ha rappresentato quest’anno IPB-Italia all’annuale Summit del Premi Nobel per la Pace che si sta concludendo oggi a Roma.
Il tema centrale dei dibattiti si focalizza nell’efficace titolo “Emergenza Africa - dall’attenzione all’azione” e si snoda su argomenti quali la sconfitta della povertà, economia etica, strategie per la risoluzione dei conflitti e la sicurezza mondiale.

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Danilo Raveggi’s speech at 6th Peace Nobel Prize Summit

26 novembre 2005 Pubblicato da roberto

Your Excellencies, distinguished Nobel laureates, Ladies and Gentlemen:

Only today we find new awareness of the new historical-political reality, in which the East-West axis in matter of international crisis turned into a North-South direction, arousing the loss of a 20 year “balance of terror” and an alarming increase in the number of local conflicts.

It is definitely not a matter concerning only the African continent, scene of strong political, religious, ethnic and post-colonial tensions and theatre of warlike events, which are too often forgotten by the western moral and media attention. War emergency in Africa cruelly mirrors the difficulty in successfully facing peace issues all over the world. Could we say, in good faith, that horror and armed violence we live in today’s world is the true product of the will of all of its inhabitants?
Obviously not.

But even in our most sophisticated forms of western democracy the citizen “in matter of peace and war” seems a subject of the most authoritarian absolute monarchies of the past; deprived of his own right to choose and literally transparent, inexistent, before the less and less clear “state reasons” leading governments towards aggressive and violent solutions. The right to refuse such politics is left to the elections at the end of the legislation, when it is always too late to really influence the facts and to put misdeeds right.

Therefore what becomes crucial is the so called “civil society”, being self organised according to its own principle of a solid and cooperative humanity and, often, the only voice rising against the politics of single States.

It is a bright history that of “civil society”, which was borne in the XIX century with the most vanguard minds of that time who, ignoring the nations borders and prescinding from political, economical, cultural and religious conditions, expressed the very same peace concept we share nowadays and founded the focal instruments of a less iniquitous planetary society. The International Committee of the Red Cross, the Nobel Foundation and its Peace Prize, the International Peace Bureau, the International Arbitration and the International Humanitarian Law have been carried out and recognised by the States thanks to the work of a part of the civil society which was strong and capable enough, as an expression of such noble, high issues and containing such a deep logic, not to be allowed to be denied by anyone. The original thought allowing the accomplishment of these objectives was the “rediscovery” of the importance of the individual combined with the concept of “humanity”: dignified human beings and not slaughter animals for battles. These “forefathers” of ours, pioneers of the future, were women and men who endorsed the values of Freedom of Conscience, Equal Rights and Protection of the Rights for everyone, and Brotherhood among all the nations of the World without any distinction of race and religious belief and devoted their strengths and passion to make these values come true, improving Humanity.

Even today, sometimes, oblivious of its own history, the “civil society” grows bigger and bigger and through its different forms of movements succeeded in sesitizing more and more citizens all around the world against war.

Unfortunately, the state of non-war is still far from being a true “peace”. Therefore we need “civil society” to consciously refound in its soul the organisation of the movements and Historical Recurrence; strengthening the recognition and respect of the thought and life of humanity to make it be the most significant transformer of the need of peace of the “peoples” trough its implementation in concrete and operative projects. To transform these needs with the necessary conviction and authority to apply a powerful transversal leverage able to impose a definitive will of peace and give a true and concrete voice to the planetary “Other Force” which is still nearly ignored: the voice of the non represented, the humble, the ignorant, the slaves, those who have no rights, the ill, the prisoners and those who are under age.

These are the reasons why Africa, tortured as never before, with its continuous emergency, represents the first, nearest and most significant test stand; and can and, indeed, must become at the same time forge and melting pot of new and determining autonomous considerations, of ideas and concrete realisations of the human work for a planetary life in which the pathology of war is completely abolished, eradicated, absent.

Therefore I find apt the quotation of an Italian scholar, friend and scientist:

“Today is the tomorrow we had to worry about yesterday”

May this sentence, with its simplicity, goad us into recovering the too much time lost in following egoistic feelings and finally build the project of Global Peace!

Rome, lì 26 novembre 2005 - Danilo Raveggi

TRANSLATED BY KATIA MEDRI - IPB-Italia Student Group

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Discorso di Danilo Raveggi al 6° Summit dei Premi Nobel per la Pace

26 novembre 2005 Pubblicato da roberto

Chiarissimi Laureati, Gentili Signore, Signori:

Cominciamo solo oggi a prendere una piena coscienza della “nuova” realtà storico-politica nella quale l’asse di crisi internazionale Est-Ovest ha ruotato verso il Nord-Sud del pianeta, con la perdita di un ventennale “equilibrio del terrore” e una inquietante crescita nel numero dei conflitti locali.

Non è certo solo un problema del continente africano, luogo di fortissime tensioni politiche, religiose, etniche e postcoloniali, teatro di eventi bellici fin troppo spesso dimenticati dall’attenzione morale e mediatica dell’occidente. L’emergenza guerra dell’Africa è specchio crudele della difficoltà di affrontare incisivamente i temi della pace in tutto il pianeta. Potremmo, in buona fede, affermare che l’orrore e la violenza armata che oggi viviamo nel mondo sia il prodotto fedele della volontà di tutti i suoi abitanti?
Evidentemente no.

Ma anche nelle nostre più sofisticate forme di democrazia occidentale il cittadino “in materia di pace e di guerra” appare alla stregua di un suddito delle più autoritarie monarchie assolute del passato; spossessato del proprio diritto di scelta e letteralmente trasparente, inesistente, davanti alle sempre poco chiare “ragioni di stato” che inducono i governi a scelte aggressive e violente. Il diritto al rifiuto di tale politica è rimandato alle consultazioni elettorali di fine legislatura, quando è comunque sempre troppo tardi per inferire realmente nei fatti e per rimediare ai misfatti.

Diviene allora decisiva la così detta “società civile” che si organizza in modo autonomo secondo il proprio principio di umanità solidale e cooperativa, e che, spesso, è l’unica voce che si contrappone alla politica dei singoli Stati.

E’ una storia luminosa, quella della “società civile” che nasce nel XIX secolo con le menti più all’avanguardia del tempo che, ignorando i confini delle Nazioni e prescindendo da condizioni politiche, economiche, culturali e religiose, definirono il concetto stesso di pace che oggi è il nostro e fondarono gli strumenti focali di una società planetaria meno iniqua. Il Comitato Internazionale di Croce Rossa, La Fondazione Nobel ed il suo Premio per la Pace, l’International Peace Bureau, l’Arbitrato Internazionale, il Diritto Internazionale Umanitario sono stati concretizzati e riconosciuti dagli Stati grazie al lavoro di un segmento della società civile che ha saputo essere forte e capace perché espressione di temi così alti e nobili, dotati di una logica così profonda, da non poter essere negati da alcuno. Il pensiero/origine che permise la realizzazione di questi obiettivi fu la “riscoperta” dell’importanza dell’individuo associata al concetto di “umanità”: dignitosi esseri umani e non più carne da macello per le battaglie. Questi nostri “padri”, questa piccola moltitudine di persone, pionieri del futuro, furono donne ed uomini che fecero propri i valori di Libertà di Coscienza, di Eguaglianza e di Tutela dei Diritti di ciascuno, della Fratellanza tra tutti i popoli della Terra senza distinzione di razza e di credo religioso e si dedicarono con tutta la loro forza e passione affinché questi valori si concretizzassero, migliorando l’Umanità.

Ancor oggi, a volte, immemore della sua stessa storia, la “società civile” continua a crescere e nelle sue forme di movimentismo è riuscita a sensibilizzare sempre più grandi numeri di cittadini di tutto il mondo contro la guerra.

Purtroppo, lo stato di non-guerra è ancora ben lontano dall’ essere una vera “pace”. Occorre dunque che la società civile rifondi consapevolmente nella propria anima l’organizzazione dei movimenti ed il Ricorso Storico; consolidando il riconoscimento ed il rispetto del pensiero e della vita dell’umanità perché possa costituire il più significativo trasformatore del bisogno di pace delle “genti” attuandolo in progetti concreti ed operativi. Trasformare questi bisogni con la convinzione e l’autorevolezza necessaria a far sì che si possa applicare una potente leva trasversale capace di imporre una definitiva volontà di pace e dare una voce vera e concreta all’ “Altra Forza” planetaria ancora oggi pressoché ignorata: quella dei non rappresentati, degli umili, degli ignoranti, degli schiavi, dei senza diritti, dei malati, dei carcerati, dei minori.

Per questi motivi l’Africa, martoriata come non mai, con la sua emergenza continua, rappresenta il primo banco di prova più significativo e prossimo; e può, anzi deve, divenire al contempo la fucina ed il crogiuolo di nuove e determinanti riflessioni autonome, di idee e di concrete realizzazioni dell’umano operare per una vita planetaria in cui la patologia della guerra sia totalmente abolita, estirpata, assente.

Così trovo calzante la citazione di uno studioso, amico e scienziato italiano:

“L’oggi è il domani di cui dovevamo preoccuparci ieri”.

Possa spronarci, con la sua semplicità, a recuperare il troppo tempo perduto nell’inseguire sentimenti egoistici e a realizzare finalmente il progetto di Pace Globale!

Roma, lì 26 novembre 2005 - Danilo Raveggi

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Sunto delle attività del 2005

27 ottobre 2005 Pubblicato da roberto

E’ redatto l’”IPB-Italia activities report 2005″, nelle lingue italiana e inglese, come sunto delle iniziative - progetti specifici, adesione a Campagne per il disarmo ecc. - che la nostra Associazione ha realizzato o a cui ha partecipato nell’anno corrente.

E’ un resoconto utile a chi ci segue, per conoscere maggiormente gli aspetti concreti e qualitativi della nostra attività.

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Student Group: una realtà giovane che si consolida

27 ottobre 2005 Pubblicato da roberto

E’ più di un anno che ci seguono. Sono gli studenti della facoltà di Scienze Diplomatiche Internazionali (SID) dell’Università di Forlì, assieme ai giovani che seguono il corso di traduttori e interpretariato (SSLIMIT) della stessa Università. Sono stati presenti in diverse nostre iniziative ed estremamente attivi nei loro interventi e nel loro servizio.
Hanno creato un gruppo autonomo, un’associazione che supera i limiti territoriali abbracciando altri giovani nel mondo con finalità simili e analoghi ideali.

E’ tuttora in fase di completamento il loro sito www.ipb-students.org. Intanto, è possibile leggere, cliccando qui sotto, il documento illustrativo della loro associazione.

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