Il rovo premuroso - IPB-ITALIA - Associazione per la pace, il disarmo, la soluzione nonviolenta dei conflitti

IPB-ITALIA

Associazione per la pace, il disarmo, la soluzione nonviolenta dei conflitti

Nuovo aspetto del sito e maggiore fruibilità dei contenuti!
Segnalate comunque eventuali malfunzionamenti. Grazie!

Volete tenervi aggiornati sulle ultime novità? Seguiteci su Twitter!


Il rovo premuroso

24 ottobre 2006 di roberto

Prima Classificata “Una Favola giovane” sezione Scuole Secondarie di Primo Grado

Il rovo premuroso

di Claudia Mariella da S.Vito
Scuola Secondaria di Primo Grado “A.Volta”, Taranto

Era una notte silenziosa e stellata, Karim non ne vedeva una così da molti mesi. Lui è un bambino di nove anni che viveva con sua madre ed i suoi tre fratelli più piccoli in una casa molto misera a Baghdad. Erano molti giorni che non usciva di casa e non vedeva i suoi amici di strada, perché le strade erano piene di soldati che andavano e venivano da tutte le parti. C’era insomma una gran confusione, ma che cosa stava succedendo? Suo padre non lo vedeva ormai da tanti mesi e aveva chiesto sempre a sua madre dove fosse andato, e lei piangendo gli rispondeva: “Tornerà presto!”
Così anche i suoi amici vivevano con le loro madri e Karim passava le sue giornate, quando non andava a scuola e aveva il permesso di uscire per strada, con tutti loro. Finalmente tutta quella gran confusione di quei giorni finì e tornò la tranquillità, niente più aerei, niente più carri armati, niente più bombe, solo un gran silenzio. Così Karim ed i suoi amici potettero uscire a correre per le strade verso i campi. Alcuni dei suoi amici non potevano correre perché, erano mutilati delle loro gambe perchè erano andati a finire sulle mine antiuomo nascoste sotto la terra ai confini del paese. Alcuni erano morti. Perciò dovevano fare attenzione a dove poter andare a giocare.
Trovarono un campo dove l’ erba stava ricominciando a crescere così decisero di fermarsi lì per giocare a pallone. Avevano fatto una palla di stracci e Karim formò le squadre. Il suo amico Omar era in porta, un avversario lanciò la palla oltre la porta. Karim si offrì di andare a recuperare la palla. La palla era andata a finire su un cespuglio di rovi, e per non pungersi Karim la recuperò con un bastone di legno. Gli sembrò, mentre la prendeva in mano, che una voce avesse parlato, dicendogli: “Vai via di qui, subito!” Ma non ci pensò più di tanto credendo che erano le voci dei suoi compagni. Continuarono a giocare, ma un altro tiro mandò di nuovo la palla su quel cespuglio.
Ma questa volta appena si avvicinò sentì chiaramente la voce, che proveniva dalla pianta che diceva: “Allora sei veramente stupido! Ti ho detto di andare via e di non avvicinarti più a me.”
Karim rispose: “Ma chi sei? Non vedo nessuno!” “Sono io! Il cespuglio di rovi!” “Oltre che una brutta pianta sai pure parlare?” Gli rispose Karim. “Purtroppo il mio aspetto è orribile per un motivo preciso cioè tenere lontano i bambini della mina che è sotto di me.”
Karim rimase a bocca aperta e cominciò a pensare al pericolo che aveva corso andando a recuperare la sua palla e come quella pianta amica l’avesse salvato: “Posso andare a chiamare i miei amici e raccontargli di te?” “Certo!” Rispose il cespuglio. Karim corse indietro, radunò i compagni e raccontò loro che cosa era accaduto. Omar pensò che si era inventato tutto. Ma appena arrivarono in prossimità della pianta, questa disse: “Ciao a tutti voi!”
I bambini rimasero senza parole. Allora il cespuglio ricominciò a parlare: “La guerra sta per finire, ma nei campi dove andate a giocare ci sono mille pericoli come quello che è sotto di me, perciò dovete fare attenzione perché la natura vi aiuterà, dove ci sono piante con le spine come le mie, lì sotto c’è una mina. Siamo cresciute apposta per proteggere i bambini. Se volete ricominciare a correre spensierati dovete avvisare tutti gli adulti che vi possono aiutare a cercarci e a disinnescare le mine sotto di noi.” I bambini increduli, la ringraziarono e seguirono il suo consiglio, dispiaciuti del fatto di non poterla rivedere mai più. Passarono alcuni mesi e Karim ricordò con tristezza quella pianta amica, la natura l’aveva aiutato a salvare molti bambini. In altre parti del mondo l’uomo continua a nascondere le mine nel terreno, perciò altri bambini muoiono o sopravvivono mutilati e non sempre ci sono i rovi a salvarli.

Questo articolo è stato pubblicato il martedì, ottobre 24th, 2006 alle 21:51 ed è archiviato in I testi delle favole, III edizione 2006, Una favola per la Pace. . Puoi seguire i commenti a questo articolo tramite il Feed RSS 2.0 feed. I commenti sono chiusi, ma puoi fare un trackback dal tuo sito.



I commenti sono chiusi.