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I giorni del dialogo e della Pace

2 aprile 2010 Pubblicato da roberto

di Andrea Misuri

dscf9497_1.jpgL’International Peace Bureau e Mayors for Peace-Italia possono davvero dire di avere portato a casa un nuovo, positivo risultato politico. Nel caso, il viaggio nel Kurdistan iracheno della delegazione guidata dalla “nostra” Fulgida Barattoni, da Vincenzo D’Asaro sindaco di Mazzarino e da Susanna Agostini presidente della Commissione Pace e Relazioni Internazionali del Comune di Firenze. Un viaggio costellato di incontri istituzionali e con associazioni culturali, economiche, di genere.

Tappa dopo tappa, a Sulaimaniya, a Halabja, nella capitale Erbil. E ancora, nei villaggi di montagna dove l’uomo lavora l’arcigna terra ancora con l’aratro, a Bijara, Belikha, Tawela. Villaggi della regione di Hawraman, a ridosso della catena dei Shinerwe, a marzo ancora innevati, permeabili alle infiltrazioni dal vicino Iran, che si può raggiungere attraverso sentieri conosciuti dalla popolazione locale, anche soltanto in una ventina di minuti. Qui il proselitismo musulmano conquista consensi, qui la condizione della donna paga il prezzo sociale più alto in termini di isolamento e di subalternità.

dscf0041_1.jpgComplice la festività del Newroz, con le donne impegnate a preparare i piatti della tradizione iranica, l’incontro con le associazioni femminili si sono svolte a Halabja. La distanza è soltanto di poche decine di km., eppure in città la dipendenza familiare e sociale della donna è meno rigida. Tanto che Nijan Hassan Ali, 30 anni, single, Shokhan Abbas, 25 anni, divorziata, Mizhda Jalal, 26 anni, sposata, Khelan Hama Ali Rasheed, 29 anni, single, hanno voluto parlarci dei loro sogni e dei progetti ai quali non intendono rinunciare. Compreso quello di giocare a football. Da qui l’invito di Hamida Jamal Muhamad e della portiera della squadra Chinar Taha Hassan, per il giorno successivo, al Lawan Stadium di Halabja, all’incontro della rappresentativa femminile locale Tawar, contro quella maschile di Chakhmakha. E’ una partita giocata per stare in allegria. Gli uomini, per lo più provvisti di prominente pancetta, sono capitanati da Hama Ali Khan, noto attore e regista locale. La differenza di genere, però, alla fine, ha fatto la sua differenza, come indica il risultato fissato sul 6 a 1. E questo nonostante il nostro tifo fosse indirizzato tutto alle ragazze. A maggior ragione dal momento in cui uno di noi, Alessandro, un biellese simpatico e dal fisico atletico, è sceso in campo con le perdenti, nel tentativo vano di ribaltare un risultato ormai compromesso.

L’attimo di amarezza per la sconfitta calcistica, si è dissolto nell’entusiasmo del pubblico locale per la performance sul campo del nostro alfiere. La sua e la nostra foto sul quotidiano regionale, la migliore conferma di come, ancora una volta, il calcio si sia dimostrato veicolo immediato di comunicazione.

A casa della famiglia di AsoAso, da molti anni in Italia, ha molto insistito per farci conoscere la sua famiglia. E’ con piacere che l’intera delegazione accetta l’invito che ci fa pervenire tramite l’amica Fulgida, a cenare a casa dei suoi parenti, nei dintorni di Sulaimaniya. La sorpresa è di quanto sia numerosa (e splendida) la famiglia della quale siamo ospiti. Il padre Kalil Baki, la madre Ciman, la zia Suham. Poi, fratelli, sorelle e familiari stretti. A scalare, con l’indicazione degli anni, Araz Fajak 31, Tola e Trifa 24, Sangar 22, Halmat 20, Marda 19, Hanar 18, Biener 14, Hersh 13, Hardi, Mohamed e Rozhgar 12, Jutiar 11, Shanar 10, Shas 4. Faccio ammenda per errori di trascrizione dei nomi ed eventuale numero di anni riportati erroneamente. Quel che conta è che ci siamo ritrovati in una atmosfera familiare calda e coinvolgente come poche altre. Si è formata un’atmosfera complice, come se si fosse con vecchi amici, persi di vista per le vicende della vita, e non tra persone che fino a poco prima non sapevano dell’esistenza gli uni degli altri. Abbiamo scherzato e parlato. Nella stanza delle donne, Fulgida e Susanna hanno accettato di indossare i vestiti curdi e contribuito a servire la cena sul tappeto, secondo usanza. Al momento della partenza, eravamo tutti commossi.

Ma insieme ai momenti ludici, la spedizione ha avuto numerosi incontri istituzionali.

Sempre a Halabja, l’inaugurazione del parco giochi “Baran Gozal”, intitolato al petroliere curdo che lo ha donato alla città, con altalene, scivoli e gli attrezzi più vari, ci fa pensare che gli anni della guerra si stanno allontanando. I bambini ridono, si spingono, rincorrendosi spensierati. Eppure, all’intorno, le guardie della sicurezza, mitraglietta in mano, circondano il ministro dei Martiri e dell’Anfal Majid Hamad Amin Jamil, le autorità locali e i nostri rappresentanti, confermando, con la loro costante presenza, che la pace è da consolidare.

Giorno dopo giorno, trova collante il fronte istituzionale italiano. Non servono summit per comprenderci e capire che stiamo rispondendo con un’unica volontà solidale alla chiara domanda di riconoscimento internazionale del desiderio di democratica ricostruzione del Kurdistan iracheno. Firenze e Mazzarino uniti in rappresentanza e impegno futuro, a garanzia che i Sindaci per la Pace non sentono i confini geografici del proprio territorio quando si tratta di promuovere l’amicizia ed il benessere delle popolazioni rappresentate. E tutto questo, con il contributo determinante del lavoro svolto in questi anni da l’IPB, qui rappresentata, oltre che da Fulgida Barattoni, dal presidente Tomas Magnusson. Una presenza a garanzia della valenza internazionale di questo evento.

Il Castello di Erbil, che si erge imponente a dominare il sottostante bazar, è datato tra i 6000 e gli 8000 anni ed è la più antica costruzione al mondo. Da alcuni anni, la città ha un consolidato rapporto con Firenze, tramite Salar Khudur Hussain presidente del Consiglio Comunale. In ponte, progetti in campo economico ed archeologico. Salar ci onora, coinvolgendoci con la sua famiglia nei festeggiamenti del Newroz. Abbiamo così l’opportunità di partecipare al rito collettivo del pic-nic. Nei tre giorni di festa, non c’è famiglia che si sottrae a questo momento di comunanza e di vera identità collettiva. Si ballano le danze tradizionali, si canta, si ride. I bambini rincorrono gli aquiloni. Le donne stendono i tappeti per il pasto, kebab, dolma, birgani. Si beve mastaw, una varietà di yogurt locale. Gli amici siciliani ripartono da Erbil consapevoli di avere conosciuto nuovi, straordinari amici, con i quali continuare il dialogo nel nostro Paese.

Entrando a Halabja, il Mausoleo è visibile fin da lontano a ricordare il bombardamento chimico del 16 marzo 1988. Distrutto durante le celebrazioni del 18° anniversario, in occasione di una manifestazione di studenti infiltrati da estremisti islamici, è stato ricostruito, maestoso ed agile insieme, simbolo della violenza subita dalla città e dall’intero Kurdistan. Su i marmi neri dell’ampio salone circolare, sono riportati i nomi delle 5000 vittime. Da qualche mese, entrando, sulla destra, un nome è cerchiato in verde. Quello di Ali. Un bambino allora di pochi mesi, portato in salvo in Iran. Soltanto di recente, i genitori adottivi gli hanno rivelato la verità. Tornato a Halabja, attraverso l’esame del DNA è stata identificata la famiglia di origine. Alì parla solo il farsi. Ci vorrà tempo per imparare la lingua curda. Ci dichiara che questa è la sua terra, e qui ha deciso di fermarsi.

La cerimonia nel 22° anniversario della strage si svolge nello spazio prospiciente il Mausoleo. Dopo giorni di caldo opprimente, spruzzi di pioggia s’alternano a un pallido sole. Centinaia di persone riempiono l’intero spazio a disposizione, dietro alle autorità politiche, istituzionali e religiose. Donne anziane, i volti segnati dal dolore, alzano le braccia stanche per mostrare foto consumate dal tempo. Quei ragazzi che la morte colse nei gesti della vita quotidiana. Come nell’eruzione di Pompei, come a Hiroshima e Nagasaki. Incerti se violare il loro silenzio con lo scatto fotografico, ogni volta ci sorprendiamo nel vederle fermarsi ed attendere in posa. E’ il desiderio disperato di non sentirsi in qualche modo più sole, di fare conoscere al mondo la loro sofferenza.

Per l'anniversario di Halabja. Sul palco: Susanna Agostini, Vincenzo D'Asaro, Fulgida Barattoni. A destra il sindaco di Halabja, Khder Kareem.Insieme sul palco, Fulgida, Susanna e Vincenzo, a rappresentare la volontà di tanti nostri Comuni di proseguire sulla strada della Pace. Fulgida ha letto il messaggio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Unico rappresentante di un Paese straniero a prendere la parola in un contesto così solenne.

Il sindaco D’Asaro, il 20 marzo, ha accettato il protocollo di amicizia proposto da Khder Kareem sindaco di Halabja. Un’azione politica forte, a suggello di un percorso che vede la comunità di Mazzarino vicina alla città martire curda. Prodromo di iniziative comuni in campo culturale, artistico, economico. Dopo gli anni di una guerra infinita, ora i curdi vogliono tornare a vivere in pace. Sono d’aiuto gli accordi firmati a Baghdad dal presidente della repubblica dell’Iraq Jalal Talabani, con i quali una parte dei proventi dell’estrazione del petrolio stanno tornando nella regione. Servono già a costruire quelle infrastrutture che stanno portando il Paese fuori da una secolare arretratezza, pronto a confrontarsi con le realtà geografiche circostanti, sui mercati della globalizzazione.

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Kurdistan 2010, la rassegna stampa

31 marzo 2010 Pubblicato da roberto

A conclusione della Mission che ha impegnato, dal 13 al 22 marzo scorso, diversi membri dell’IPB assieme a Sindaci e delegati della “Mayors for Peace” nelle terre del Kurdistan iracheno, ecco una rassegna stampa online che riporta, giorno per giorno, ad articoli e comunicati apparsi nel nostro sito e in altre testate informative.

A volte note di viaggio, altre volte comunicati che l’inviato Valerio Martorana - addetto stampa del comune di Mazzarino - ha trasmesso nel sito del proprio Comune e altrove rilanciati. Ciascuno di essi è stato testimonianza viva di quanto vissuto in questi giorni: eventi, incontri, storia ed emozioni.

Buona lettura!

10 marzo 2010. Un buon viaggio, un viaggio buono di Lucia Baldini (www.pavaglionelugo.net)

11 marzo 2010. Ritornando nel Kurdistan di Roberto Del Bianco

14 marzo 2010. Partiti alla volta dell’Iraq di Roberto Del Bianco (riportato anche su www.nove.firenze.it: Da Firenze in missione di pace nel Kurdistan iracheno e su www.panoramakurdo.it: Nuova “Mission” nel Kurdistan iracheno)

16 marzo 2010. Lettera di ringraziamento di Fulgida Barattoni al Presidente Napolitano (vedi la pagina Brevi ulteriori). Qui il messaggio del Capo dello Stato.

16 marzo 2010. Verso Halabja. Cronache e riflessioni di Fulgida Barattoni (riportato anche nel sito www.peacelink.it e su www.panoramakurdo.it)

16 marzo 2010. Comunicato del 16-03-2010 di Valerio Martorana

16 marzo 2010. Napolitano, Italia in prima fila nella ricerca di soluzioni per sicurezza e stabilita’ (nota da Adnkronos riportata su www.panoramakurdo.it)

17 marzo 2010. Comunicato del 17-03-2010 di Valerio Martorana (riportato anche nel nostro sito: Cronaca della cerimonia di ieri)

17 marzo 2010. Da Halabja, nuove note di viaggio e di riflessione di Fulgida Barattoni

18 marzo 2010. Nota di viaggio di Fulgida Barattoni (vedi la pagina Brevi ulteriori).

18 marzo 2010. Comunicato del 18-03-2010 di Valerio Martorana (riportato anche nel nostro sito: Da Sulaimaniya. Comunicato del 17 marzo)

19 marzo 2010. Comunicato del 19-03-2010 di Valerio Martorana (riportato anche nel nostro sito: Da Halabja. Comunicato del 19 marzo)

21 marzo 2010. Comunicato del 21-03-2010 di Valerio Martorana (riportato anche nel nostro sito: 7° giorno - Il ritorno ad Halabja e su www.peacelink.it Il ritorno ad Halabja)

30 marzo 2010. Ponte di pace fra Firenze e Kurdistan Iracheno, Agostini (PD): “Continuano dialogo e aiuti” intervento di Susanna Agostini in Consiglio Comunale di Firenze

2 aprile 2010. I giorni del dialogo e della Pace racconto-reportage di Andrea Misuri (riportato anche nel sito www.peacelink.it)

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Da Halabja. Comunicato del 19 marzo

19 marzo 2010 Pubblicato da roberto

dscf9666_1.jpgHalabija – Di buon mattino la delegazione è pronta per recarsi ad Halabija con il presidente internazionale di Ipb, Tomas Magnusson. Arrivano con le jeep il sindaco di Halabija, Kheder Kareem ed un autista governativo. Il gruppo si divide: otto vanno al mausoleo e la restante parte comincia gli incontri commerciali a Sulaymaniya.
Piove sabbia, a bordo delle jeep è sempre un’avventura; qui hanno un codice stradale tutto loro. Il pieno della benzina? Lo si fa per strada, dal piccolo botteghino che vende la benzina su dei contenitori da 30 litri cadauno. Ma come, l’iraq è tra i primi paesi produttore di petrolio al mondo e non ha la benzina? Si, perché non ci sono le raffinerie (stanno cominciando a costruirle).Arriviamo intorno a mezzogiorno al mausoleo dei Martiri di Halabija; ci stringiamo tutti attorno alla bandiera kurda per recitare, nella patria del musulmani, un “Padre Nostro”, stringendoci la mano. In fondo tutti questi popoli hanno solo un Dio, il Dio dell’amore che dall’uomo, più volte, è stato interpretrato come Dio della guerra, volutamente per il “business”.Visitiamo il museo, vedere qui piccoli corpicini distesi per terra fa rabbrividire; vedere tante vite distrutte dalle armi chimiche ti “disarma”. Inevitabilmente in quei luoghi cala il silenzio, perché non si può dimenticare.Il mausoleo è continua meta di pellegrinaggio del popolo kurdo; alle 14 arrivano delle donne che vogliono farci vedere la loro azienda. Prendiamo delle auto e ci rechiamo nei loro uffici. “La donna comincia ad uscire fuori di casa – ci raccontano- ma deve lavorare. Noi ci occupiamo della formazione, tramite il taglio e cucito e il settore dell’abbigliamento, ma c’è ancora tanto da fare”.

Finito l’incontro, ci chiamano da Sulaymaniya;  il viceministro all’economia e finanze, Dishad Othman Fathola, ci riceve alle 15.30. Si parte subito, a bordo delle jeep. Arriviamo con un pò di ritardo, ci accolgono. Inizia il primo incontro tra le autorità dl governo ed i nostri imprenditori. Un dato emerge: hanno voglia di far rinascere il loro paese, di ricostruirlo, di chiudere quella ferita aperta che è stata per loro il regime di Saddam Hussein che ha provocato solo miseria e povertà. Due ore fitte di discussione insieme al direttore generale della banca kurda, Ali Mohamed Abdulah. “Puntate sulla formazione ed investite negli studi economici” è l’esortazione di Salvatore Viola, consulente bancario.

Il sindaco di Mazzarino Vincenzo D’Asaro, dal suo canto, comincia a portare dei buoni frutti per la sua città. Khder Kareem, sindaco di Halabija, comunica ufficialmente di voler gemellare il suo popolo con la città di Mazzarino.
“E’ con gioia che il mio fratello Kareem mi comunica questa importante decisione che porterò al vaglio della giunta e del consiglio comunale della città. Ci saranno dei punti operativi di questo gemellaggio che senz’altro ci aiuteranno a guardare avanti con ottimismo”.

Valerio Martorana (addetto stampa del Comune di Mazzarino)

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Brevi dal Kurdistan

16 marzo 2010 Pubblicato da roberto

18-3-2010 ore 08.00: Da Fulgida Barattoni

Programma della giornata
La delegazione e’ stata raggiunta ieri dallo svedese Tomas Magnusson Presidente dell’International Peace Bureau sede madre di Ginevra. Il gruppo ora al completo darà inizio ad una serie di incontri istituzionali che hanno come obiettivo consolidare i rapporti con l’irak e tradurli in azioni e progetti concreti.
La delegazione si divide oggi in tre: un gruppo accompagna Tomas Magnusson ad Halabja in visita al mausoleo e al cimitero delle vittime; un gruppo dà inizio agli incontri con il direttore della Banca centrale del Kurdistan, e il ministro degli investimenti della regione autonoma del Kurdistan; un gruppo andra’ a fare shopping nei bazar.
Nei prossimi giorni una delegazione composta di sole donne FULGIDA-SUSANNA-MARIAPIA andranno con una parlamentare DONNA in tre villaggi dove verranno realizzati dei corsi di formazione dedicati alle donne al fine di offrire loro la possibilita’ di un minimo di indipendenza economica attraverso micro attivita’.
Non esiste in questo Paese il confezionamento degli abiti. Tutti vanno ad acquistare la stoffa poi vanno dal sarto e dopo una settimana hanno l’abito desiderato. Uno dei progetti che verra’ proposto sara’ quello di fare confezionare ad un gruppo di donne, abiti per taglia, partendo da taglie piccole fino a quelle piu’ grandi.
Specialmente sotto le festivita’ del NOWROZ, il Capodanno kurdo, i sarti sono tutti strapieni di lavoro ed e’ difficile trovare qualcuno disposto a confezionare un abito all’ultimo momento. Sicuramente offrire degli abiti pre-confezionati esce dalle loro abitudini ma puo’ tornare comodo e pratico.
Un altro progetto che proporremo alle donne e’ un progetto di formazione in agricoltura. Istruire sulle basi della coltivazione partendo dall’orto di casa per arrivare ad una produzione piu’ allargata in modo da consentire una autonomia (oggi le verdure vengono importate).
Tutto qui viene importato e tutti sfruttano questa gente.
Altri corsi di formazione verranno proposti:
- corsi in nursering (qua non esistono infermiere). Siamo stati all’ospedale di Halabja e non ho parole per descrivere quello che ho visto.
Una bellissima bambina di 8 anni che sta morendo di talassemia. Basterebbe un nulla per salvarla, basterebbe portarla a Sulaymanyiah, basterebbe una trasfusione ma qui siamo a livelli di abbozzo rudimentale di ospedale. I padiglioni di neonatologia e pediatria sono due stanze costruite nel giardino con due posti letto ciascuna e dotate di bagni fatiscenti. Non ci sono infermieri sebbene esista un corso universitario di nursering ma qui vige la mentalita’ che l’infermiera e’ un mestiere per “poco di buono” oppure per figlie di famiglie molto povere… come da noi nel ‘600 quando l’assistenza nei lazzaretti era fatta da parenti e prostitute che redimevano cosi’ il loro passato peccaminoso. Anche qui sono i parenti ad assistere i malati.
Farmaci? Pochi.
Ho preso il nome di questa bambina. Si chiama Fatima, vorrei potere fare qualche cosa per lei: la madre ci ha inseguiti disperata perche’ sta li’ seduta ad assistere impotente alla fine della sua figliola e nessuno puo’ fare nulla per aiutarla.
Qua la sanita’ e’ tutta privata e costa tanto, con 3000 euro si salverebbe…

17-3-2010 ore 07.30: Da Fulgida Barattoni

Ora vi racconto una storia
16 marzo 1988 la strage ad Halabja.
I primi giornalisti che accorsero ed ebbero occasione di precipitarsi trovarono l’inimmaginabile, strade cosparse di corpi, bambini, donne, vecchi, anche gli animali, TUTTI MORTI
Una donna iraniana inorridita cammina fra questi morti, sente un lamento, sposta il corpo di una giovane donna e trova un bambino di 40 giorni che piange.
Un miracolo, lo prende, lo lava, lo avvolge e lo porta con se in Iran.
Oggi quel bambino e’ cresciuto, si chiama Ali’,  e quella donna gli racconta la sua storia, lui chiede di tornare di tornare a visitare Halabja.
Nel monumento fra i tanti nomi che vede impressi sulle pareti dei morti di quel 16 marzo 1988 vede anche il suo.
Esulta, chiama il direttore, dice “io sono vivo”.
Vengono chiamati i parenti viene fatto l’esame del DNA, il nome di quel ragazzo sulle pareti del monumento dedicato ai caduti di Halabja viene cerchiato di verde.
Ali’ oggi in questo giorno di commemorazione rappresenta la speranza, la vita che continua, e che ritorna alle sue radici.
Ali’ trascorre diverso tempo con noi, racconta la sua storia, ci abbracciamo.

16-3-2010 ore 13.00: Alle celebrazioni a Halabja. Da Fulgida Barattoni.

Il rapporto con la sicurezza e’ di 3 soldati per ognuno di noi e il ristorante dove c’era anche il primo ministro del Kurdistan era totalmente blindato dai corpi  speciali.
Ho dato lettura del messaggio inviato da Sua Eccellenza Giorgio Napolitano alla platea di personalità e cittadini convenuti per la cerimonia.
“Buon giorno. Saluto tutti i partigiani, oggi Dio e’ con noi. E’ un onore per me darvi lettura del messaggio che il presidente della Repubblica d’Italia vi ha voluto mandare per partecipare con voi a questa giornata di commemorazione…”
Il messaggio è stato letto da Fulgida in kurdo.

16-3-2010 ore 14.00: Dal sindaco di Lugo Raffaele Cortesi.

“Giovedì 18 marzo p.v. alle ore 20,45, nel corso della seduta del Consiglio Comunale, osserveremo un minuto di silenzio a ricordo della strage dei Kurdi avvenuta il 16 marzo 1988 ad Halabja, come promesso a Shanaz Ibrahim Ahmed il 6 luglio dell’anno scorso, durante la sua visita a Lugo.”

16-3-2010 ore 14.40: da Fulgida Barattoni

Gentile Presidente,
e’ con immensa emozione e grande onore che quest’oggi ho dato lettura del suo messaggio di partecipazione alla tragedia della citta di Halabja.
Tante le autorita’ convenute attorno al monumento ma ancora di piu’ i cittadini che affollavano il piazzale predisposto per la cerimonia.
Ogni anno e’ sempre una rinnovata emozione.
Tante le famiglie che mostrano ai convenuti le foto dei loro parenti che perirono in quel tragico giorno del 1988.
Le porto il ringraziamento di tutte le autorita’ per il suo messaggio e soprattutto le porto l’abbraccio delle donne e il canto dei bambini che con me, per gioco e anche per tenerli tranquilli nel corso della lunga cerimonia su un prato hanno intonato l’inno d’Italia.
Pur consapevole che le tragedie nel mondo sono tante, troppe, ogni essere umano viene chiamato a partecipare a quelle che piu’ direttamente sfiorano la sua esistenza.
Mi domandano per poterLa invitare il prossimo anno a partecipare a questa cerimonia del 16 marzo con quanto preavviso devono inviare il loro invito alla Sua Segreteria?
Grazie Presidente per essere stato con noi e con la Sua delegazione di Italiani in questo giorno.
Rispettosi Ossequi

Fulgida Barattoni

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Verso Halabja. Cronache e riflessioni

16 marzo 2010 Pubblicato da roberto

Direttamente da Fulgida Barattoni, riceviamo queste note. Che sono, insieme, schizzi di cronaca e riflessioni su quanto umanamente è possibile trovare e costruire, fuori dagli schemi soliti delle notizie che usualmente arrivano dai media.

Stiamo andando a Halabja sotto scorta. Qua è tutto tranquillo, l’Iraq galleggia nell’attesa dell’esito delle elezioni alle quali quest’anno hanno partecipato in massa anche gli Shiiti che l’altra volta si astennero in segno di protesta. Si configura un governo di coalizione dove i riformisti sono molto forti.

Tutti convengono comunque che il passato Presidente Talabani ha rappresentato un momento di unità del Paese molto forte anche se a quasi egemonia curda. Oggi darò lettura dei messaggi del Presidente Napolitano, l’ambasciatore Melani e il Presidente IPB di Ginevra Tomas Magnusson.

Ieri sera siamo stati invitati a cena, a casa di Aso che è un amico di Forlì che sempre ci aiuta quando abbiamo bisogno di traduttori dal kurdo.
Caro Aso, ci hai regalato una serata magica dove persone che un’ora prima nemmeno si conoscevano, senza parlare la stessa lingua, di culture e religioni differenti, per un magico volere divino si sono sentiti tutti insieme FAMiGLIA. Con le donne abbiamo scambiato vestiti, orecchini, bracciali e piccoli monili, così tanto semplicemente come fossimo sorelle, zie, parenti. Una serata magica, nella quale Allah, Dio, il Signore degli uomini era con noi ed esultava di questa fratellanza tra i suoi figli.

C’è una sicurezza da far paura: ogni 100 metri militari con mitra e camionette armate. Lungo la strada, ragazzi con le bandiere del Kurdistan ci salutano e ricordano a tutti che siamo fra un popolo che dal loro dolore e sofferenza vogliono ripartire in pace.
Dai morti di Halabja IPB è con loro per costruire azioni concrete di pace. A maggio 20 studenti arriveranno in Italia, in Sicilia dalla nostra Socia Mariapia Indelicato a fare alta formazione.
E nella città di Mazzarino partirà una nuova mostra, su Halabja e le stragi dell’Anfal.

Nota: molte immagini sono presenti nel sito del Comune di Mazzarino.

Guarda le immagini!

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