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Halabja, una Hiroshima del Kurdistan dimenticata del mondo

27 marzo 2006 Pubblicato da roberto

di Shorsh Surme*
* giornalista curdo-iracheno

Volentieri pubblichiamo questo testo, che è in parte la trascrizione di quanto nel video cortometraggio è stato descritto riguardo la strage nella cittadina di Halabija.
Il video che è stato consegnato nelle mani del Sindaco di Halabija, al ministro dell’Università e alla biblioteca dell’Università di Suleymanya, è stato doppiato da una versione inizialmente in italiano che era stata prodotta per la mostra multimediale itinerante “La lunga ombra del sole di Hiroshima”. E’ importante e significativo questo intreccio tra le vicende drammatiche di Hiroshima, Nagasaki e Halabija, protagonisti ed epoche possono variare, ma gli effetti rimangono sempre gli stessi…

La popolazione curda oggi celebra il diciottesimo anniversario dal bombardamento con armi chimiche sulla città di Halabja, nel Kurdistan dell’Iraq, da parte del regime di Saddam. I morti furono 5000 mila e i feriti più di 100.000. Molti di questi sono stati abbattuti come animali dalle squadre di morte capeggiate dal criminale Ali “il chimico” cugino di Saddam per nascondere ogni traccia di questo massacro.

Il 16 marzo 1988 era un pomeriggio di primavera, la cittadina era quasi interamente coperta dal verde, quando i bombardieri iracheni invadono il cielo di Halabja, città di 70.000 abitanti della provincia di Suleymania nel Kurdistan iracheno, a pochi chilometri dalla frontiera iraniana.

Il giorno precedente, la città era caduta nelle mani dei partigiani
dell’Unione patriottica del Kurdistan (Upk) di Jalal Talabani. Abituata alle alterne offensive e controffensive nel conflitto Iraq-Iran che devastavano la regione dal settembre del 1980, la popolazione crede sulle prime che si tratti di una classica operazione di rappresaglia. Chi fa in tempo si mette al riparo in rifugi di fortuna. Gli altri sono sorpresi da bombe chimiche che, a ondate successive, Mirage e Mig iracheni gli rovesceranno addosso.

Un odore nauseante di mele imputridite riempie Halabja. Al calar della notte, le incursioni aeree cessano e comincia a piovere. Poiché le truppe irachene hanno distrutto la centrale elettrica, gli abitanti partono alla ricerca dei loro morti nel fango, alla luce delle torce. L’indomani, si trovano di fronte a uno spettacolo spaventoso: strade lastricate di cadaveri, persone sorprese dalla morte chimica nei loro gesti quotidiani: bambini tenuti per mano dal padre, neonati ancora attaccati al seno materno, gli anziani che cercavano di passare una giornata serena e i malati che speravano di guarire. In poche ore si sono avuti 5.000 morti di cui 3.200 verranno tumulati in una fossa comune perché nessuno ha potuto reclamarli: i familiari erano tutti morti.

Le immagini di questo massacro fanno il giro del mondo grazie a corrispondenti di guerra iraniani e la stampa internazionale che si reca sul posto e dà un certo spazio a questo avvenimento senza precedenti. Il fatto è che l’uso di armi chimiche è formalmente proibito dalla convenzione di Ginevra. Dal 1925 soltanto l’Italia di Mussolini ha infranto questo divieto nella guerra d’Abissinia. Ma stavolta è contro il suo stesso popolo che uno stato usa i gas chimici. Allora l’Occidente - che considerava Saddam un’alleato, ma soprattutto il paladino della libertà contro l’espansionismo Khomaynista nel Golfo Persico - si limitò a una timida protesta senza una condanna esplicita contro il regime dittatoriale iracheno.

La città di Halabja vive ancora con i terribili ricordi di quella tragedia, nel territorio della città non cresce più un filo di erba, le donne che erano state colpite con il gas non riescono avere più i figli e se possono averne nascono deformati. Ora, la speranza di migliaia dei parenti delle vittime di quella tragedia in particolare e del popolo curdo in generale è che i responsabili che per fortuna sono già dietro le sbarre possono essere processati e giudicati al più presto possibile per crimini che hanno commesso contro la popolazione civile.

E non dimentichiamo anche i mercanti di morte che hanno collaborato col regime per realizzare questa arma micidiale. Infatti, due mesi fa è stato condannato Frans van Anraat un Olandese di 65 anni, che la magistratura olandese ha definito come “uno dei più importanti intermediari del traffico d’armi e materiale bellico del Medio Oriente”. Van Anraat si era trasferito in Iraq dopo la prima guerra del Golfo dove, sempre secondo i magistrati olandesi, avrebbe svolto il ruolo di consulente per lo sviluppo delle armi chimiche del regime di Saddam. E’ stato riconosciuto colpevole di complicità in crimini di guerra ed è stato condannato dal tribunale dell’Aja a 15 anni di prigione.

Nota: Dalla redazione di www.panoramakurdo.it

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Letter of protest from Mayor of Hiroshima

1 marzo 2006 Pubblicato da roberto

Campagna Mayors for Peace Indirizzata al Presidente statunitense George Bush (analoga lettera è stata inviata a Tony Blair), è un’accesa protesta contro i recenti test nucleari, in un momento assai critico per la situazione internazionale.
His Excellency Mr. George W. Bush
The President
The United States of America

Letter of Protest

The United States, in conjunction with the UK, conducted its 22nd subcritical nuclear test at your underground test site in Nevada on February 23.

With the international community gravely concerned about nuclear proliferation, the US purports to be leading the effort to find a peaceful resolution to the problem of Iran’s nuclear program, yet you conduct a subcritical nuclear test, a clear indication that you are developing new nuclear weapons. Such behavior is intolerable. You have brought the Nuclear Non-Proliferation Treaty, the international agreement regarding nuclear weapons, to the brink of collapse, and, we fear, are provoking a new round of proliferation.

Mayors for Peace is conducting an Emergency Campaign to Ban Nuclear Weapons that has been endorsed by the US Conference of Mayors, the National Conference of Black Mayors, the European Parliament, the International Physicians for Prevention of Nuclear War, and many other organizations around the world. The vast majority of people and nations on this planet desire the total abolition of nuclear weapons, yet you utterly discount them and arrogantly conduct a subcritical nuclear test. We are outraged by your trampling on the hopes and desires of the A-bomb survivors and countless millions around the world seeking liberation from nuclear weapons, and, on behalf of the 1,285 cities in 115 countries and territories that are members of the Mayors for Peace, we vehemently protest.

Just as the US fears the proliferation of nuclear weapons to other countries and to terrorist organizations, the international community is profoundly alarmed by your vast nuclear arsenal and seeming determination to develop new nuclear weapons. The prevention of proliferation requires not the “rule of might” but cooperation and monitoring by the international community. Thus, we urge you to immediately ratify the CTBT, halt all nuclear testing, including subcritical testing, halt all development of new nuclear weapons, and take the lead in a convincing effort to build a genuinely peaceful 21st century free from nuclear weapons.

February 24, 2006

The Conference of Mayors for Peace

Tadatoshi Akiba - President (Mayor of Hiroshima)
Iccho Itoh - Vice President (Mayor of Nagasaki)
Herbert Schmalstieg - Vice President (Mayor of Hannover)
Catherine Margate - Vice President (Mayor of Malakoff)
Mohammed Afzal Khan - Vice President (Mayor of Manchester)
Jaime R. Fresnedi - Vice President (Mayor of Muntinlupa)
Eugeny P. Ishchenko - Vice President (Mayor of Volgograd)
Donald L. Plusquellic - Vice President (Mayor of Akron)
Garry Moore - Vice President (Mayor of Christchurch)
Leonardo Domenici - Vice President (Mayor of Florence)
Patrik Vankrunkelsven - Vice President (Mayor of Laakdal)

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A Palazzo Vecchio i Sindaci per la Pace

26 settembre 2005 Pubblicato da roberto

Nella giornata del 19 settembre, nel cuore di una delle più belle città italiane, si è svolta una manifestazione di rilievo internazionale, cruciale sia per le tematiche proposte sia per quanto riguarda gli ospiti presenti in sala.
Con il contributo della comunità giapponese Associazione Lailac di Firenze, nell’ambito delle iniziative a favore della Campagna “Mayors for Peace” originata dai sindaci di Hiroshima e Nagasaki, IPB-Italia, l’ufficio italiano dell’International Peace Bureau di Ginevra, ha ideato e realizzato questo importante incontro nella sede di Palazzo Vecchio, in Piazza della Signoria a Firenze, al quale hanno preso parte più di 60 tra sindaci italiani e delegazioni di città straniere.
Di fondamentale importanza simbolica e rappresentativa, la presenza del sindaco di Hiroshima, Akiba Tadatoshi, che insieme al sindaco di Firenze, Leonardo Domenici, hanno fatto gli onori di casa illustrando l’importanza del progetto “Mayors for Peace” e delle iniziative ad essa correlate.
I lavori si sono svolti all’insegna della concordia e della collaborazione, nell’entusiasmo generale e nella consapevolezza che tutti uniti si può effettivamente fare un passo avanti sul tortuoso e impervio cammino della pace.

Durante i discorsi di ringraziamento, l’arrivo del comunicato riguardante l’abbandono dello sviluppo nucleare da parte della Corea del Nord, ha colmato di gioia l’intero consesso: una prima piccola vittoria all’insegna del motto “No more Hiroshima”: “Mai più!”, segno tangibile dell’ impetuosa battaglia che la società civile sta intraprendendo contro lo sfacelo e la distruzione causate dall’arma nucleare, testimoniate per’altro dalle bellissime foto della mostra inaugurata nella stessa giornata, “La lunga ombra del sole di Hiroshima”.
La novità è costituita proprio da questa mostra itinerante che, grazie a IPB-Italia, testimonial ufficiale in Italia della campagna “Mayors for Peace” (MFP), sarà portata in seguito anche in altre sedi, presso tutti i Comuni aderenti al progetto e che ne faranno richiesta.
La manifestazione ha costituito un vero e proprio trionfo per l’appunto sul fronte della MFP, poiché numerosi sindaci hanno consegnato direttamente nelle mani del Sindaco Domenici la loro adesione alla campagna, incrementando notevolmente il volume di partecipanti al progetto.

Giulia Meschino

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“Mayors for Peace” a Campi e a Firenze. A riflettori spenti.

21 settembre 2005 Pubblicato da roberto

Conclusa la mostra fotografica multimediale di Campi Bisenzio (che ha visto la presenza illustre del Sindaco di Hiroshima nell’incontro-dibattito di domenica 18), trascorso con una numerosa presenza di “sindaci per la pace” l’incontro a Firenze di lunedi scorso in Palazzo Vecchio, viene il momento di tirare le somme e prepararsi per i prossimi appuntamenti.
La Campagna “Mayors for Peace” diventa così una realtà consolidata anche nel nostro Paese, con l’adesione di un numero notevole di Primi Cittadini, una sessantina fino a oggi, e con la prospettiva a breve di un ulteriore incremento dei consensi.

Saranno presto diffusi ulteriori comunicati. Intanto è possibile rileggere le FAQ arricchite di nuove schede riguardanti il Sindaco di Hiroshima e la Campagna “Mayors for Peace”.

Nota:

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La prima tappa della mostra su Hiroshima e Nagasaki

27 agosto 2005 Pubblicato da roberto

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LA LUNGA OMBRA DEL SOLE DI HIROSHIMA - Immagini per non dimenticare.
A Campi Bisenzio una mostra documentale. L’inaugurazione in Comune il 2 settembre alle ore 18.

Per non dimenticare gli orrori della “Bomba” e ricordare alle nuove generazioni il rischio tuttora esistente di un olocausto globale a causa delle armi nucleari.
Una mostra fotografica e multimediale, una ricchezza documentale che sarà possibile visitare a Campi Bisenzio vicino Firenze, a partire da sabato 3 settembre.

E’ questa la novità che IPB-Italia, l’ufficio italiano dell’International Peace Bureau di Ginevra, ha ideato e realizzato, con il contributo della comunità giapponese Associazione Lailac di Firenze, nell’ambito delle iniziative a favore della Campagna “Majors for Peace” originata dai sindaci di Hiroshima e Nagasaki e di cui è testimonial in Italia. Una mostra itinerante, che porterà in seguito anche in altre sedi, presso i Comuni che hanno aderito alla Campagna, l’impatto visivo ed emotivo di video ed immagini che vogliono restare indelebili negli orrori ma nello stesso tempo accendere desideri di speranza e invitare alla promozione di iniziative culturali, politiche ed educative, volte alla realizzazione concreta di un disarmo nucleare a livello mondiale.

“No more Hiroshima”. “Mai più!”. Dev’essere il grido e l’intenzione di tutti noi, e il passaggio da utopia a realtà dovrà quindi trovare lo sforzo di ciascuno, nei singoli come pure nelle istituzioni e nella “società civile”, a tutti i livelli delle proprie competenze e possibilità.
IPB-Italia ha voluto dedicare questa mostra innanzitutto agli Hibakusha, i sopravvissuti alle esplosioni atomiche di Hiroshima e di Nagasaki, che - anziani e spesso sofferenti - erano comunque davanti al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite a New York nei giorni della revisione del trattato NPT, per manifestare con la loro propria personale e devastante esperienza tutto l’orrore per la minaccia di nuovi conflitti nucleari a cui tutti noi siamo esposti.

La mostra si terrà presso la sala consiliare del Comune di Campi Bisenzio (FI) dal 3 al 18 settembre, orario 10-12, 15-18. La sua inaugurazione è prevista il 2 settembre alle ore 18.

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